Vista e bambino -Ostruzione congenita del dotto nasolacrimale
Interessa circa il 5% dei neonati e comporta il reflusso, attraverso i puntini lacrimali, di materiale muco-purulento alla compressione della regione del sacco lacrimale, posta tra la congiunzione interna delle due palpebre e la radice del naso; una spia d’allarme può essere la presenza contemporanea di una congiuntivite recidivante monolaterale. Se il muco che ristagna nel dotto nasolacrimale ostruito si infetta, si ha l’insorgenza di un’infezione o di un’infiammazione acuta del sacco lacrimale. Questa patologia può risolversi spontaneamente o mediante la somministrazione di colliri antibiotici; se non si ha una regressione entro l’anno di età è indispensabile eseguire un lavaggio medicato delle vie lacrimali di deflusso in anestesia.
Cataratta congenita
È l’opacizzazione del cristallino, ossia della “lente” naturale interna all’occhio, presente già alla nascita, che arresta totalmente o parzialmente il passaggio dei raggi luminosi (cataratta congenita, monolaterale o bilaterale, totale o parziale). La cataratta congenita, in particolare quando totale o densa e centrale, permette una ridotta o assente sollecitazione della retina: al fine di ottenere un adeguato sviluppo sensoriale l’intervento chirurgico deve essere il più possibile precoce.
L’esito in ambliopia costituisce la causa principale delle difficoltà visive. Il trattamento, da valutare caso per caso in rapporto al tipo di cataratta e all’evoluzione della stessa, è esclusivamente di tipo chirurgico.
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