Varicocele -Trattamento
In presenza di alterazione della fertilità, di ipotrofia del testicolo e di dolore, lo specialista urologo può procedere al trattamento del varicocele secondo diversi approcci, la cui finalità comune è comunque il ripristino del normale drenaggio sanguigno dal testicolo.
Chirurgia a cielo aperto Si effettua in regime di ospedalizzazione diurna, in anestesia periferica. Attraverso una piccola incisione cutanea, generalmente in sede inguinale, il chirurgo isola le vene dilatate, che vengono legate e sezionate. Tale via d’accesso consente anche la visualizzazione e la legatura di vene accessorie potenzialmente responsabili di recidive.
Chirurgia laparoscopica Attraverso una piccola incisione addominale viene inserito uno strumento che consente di visualizzare e trattare il varicocele con una metodica simile a quella utilizzata nella chirurgia a cielo aperto. Benché meno invasiva rispetto all’approccio tradizionale, tale metodica è comunque gravata da rischi legati alla necessità di anestesia generale. Oggi è adottata molto di rado.
Scleroembolizzazione percutanea Dopo aver visualizzato le vene dilatate mediante infusione di un mezzo di contrasto radio-opaco, viene iniettata una sostanza sclerosante che “chiude” il lume delle vene affette da reflusso, che in questo modo si interrompe; l’intervento viene eseguito in anestesia locale. Tale metodica può essere effettuata raramente per via retrograda (mediante accesso tramite la vena femorale) oppure più comunemente anterograda (metodica di Tauber, che prevede l’incannulamento di una vena del plesso pampiniforme dopo esecuzione di una piccola incisione a livello della radice dello scroto).
Le tre metodiche sono caratterizzate da un dolore post-operatorio di lieve entità (minimo per la scleroembolizzazione), controllabile con i comuni antidolorifici; il recupero avviene in tempi rapidi e ciò consente il ritorno del paziente alle normali attività quotidiane entro pochi giorni e all’esercizio fisico intenso entro due settimane. Può essere consigliabile l’astensione dai rapporti sessuali per la prima settimana dopo l’intervento. è raccomandata l’esecuzione di un esame del liquido seminale, per valutare il miglioramento della fertilità, a 3-4 mesi dall’intervento (in quanto occorrono 72 giorni per la produzione degli spermatozoi). Circa la metà dei pazienti sottoposti a trattamento va incontro a normalizzazione della fertilità.
I risultati migliori si ottengono in soggetti con conta pre-intervento degli spermatozoi superiore ai 10 milioni per millilitro. Le procedure di trattamento del varicocele sono gravate da una scarsa percentuale di complicanze. In alcuni rari casi è possibile un aumento del contenuto di liquido all’interno del sacco scrotale (idrocele); rappresenta invece una complicanza eccezionale l’atrofia del testicolo conseguente a danno dell’arteria testicolare. Una recidiva del varicocele è possibile nel 5-10% dei pazienti trattati ed è da attribuirsi a una patologica dilatazione di vene spermatiche accessorie, che non decorrono all’interno del funicolo. [P.P., A.T.]
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