Tossidermia
Alterazioni cutanee e mucose dovute all’ingestione o all’iniezione di un farmaco. Le tossidermie rappresentano il 10-25% dei casi di ricovero dovuti a effetti indesiderati dei farmaci; più frequenti negli anziani che fanno un intenso consumo di farmaci e nelle donne, sono invece rare nei bambini.
Cause
I farmaci più spesso all’origine di questo tipo di patologie sono gli antibiotici, i sulfamidici, i mezzi di contrasto iodati, gli anestetici generali, i sali d’oro e la D-penicillamina; digitalici, oppiacei, benzodiazepine, codeina, b-bloccanti, antistaminici e contraccettivi orali inducono più raramente tossidermie. A seconda del loro meccanismo, si possono classificare queste affezioni in due grandi categorie.
Tossidermie immunoallergicheSono dovute a ipersensibilità (allergia) del paziente a un dato farmaco.
Tossidermie non immunoallergicheSono imputabili a diverse cause: deposito del farmaco sotto la pelle (argiria), sovradosaggio (eliminazione insufficiente del farmaco da parte di fegato o reni, interazione tra prodotti diversi), effetti indesiderati (per esempio caduta dei capelli in seguito all’assunzione di certi antineoplastici), alterazione della flora microbica (sviluppo di funghi del tipo Candida albicans dopo una terapia antibiotica per via generale), reazione fototossica (comparsa di un’eruzione eritematosa o a bolle scatenata dall’esposizione al sole in soggetti che assumono un determinato farmaco) ecc.
Sintomi e segni
Alcuni casi di tossidermia sono acuti e gravi, o addirittura mortali in assenza di trattamento. Semplici pruriti, un’orticaria, un edema di Quincke (gonfiore del viso), un malessere o un’eritrodermia (rossore generalizzato) non attribuibili ad altra causa vanno considerati come un segnale d’allarme importante, talvolta sufficiente a giustificare un ricovero d’urgenza se il paziente sta assumendo dei farmaci. La tossidermia può anche causare eritema pigmentato fisso (arrossamenti che ricompaiono sempre nella stessa posizione a ogni assunzione del farmaco), eczema, eruzione bollosa, porpora (arrossamenti emorragici dovuti a stravaso dei globuli rossi dai vasi sanguigni), acne, shock anafilattico (crisi circolatoria), malattie sieriche, vasculiti allergiche, lupus eritematoso, pemfigo volgare, pseudolinfoma, fotoallergia medicamentosa, alterazioni della pigmentazione o problemi piliferi (caduta dei capelli, ipertricosi ecc.).
Diagnosi
Si basa sul carattere spesso simmetrico delle lesioni, sull’insorgenza di prurito intenso e sulla scoperta di un legame tra assunzione di un nuovo farmaco e comparsa dell’eruzione. Infine, la scomparsa delle lesioni dopo la sospensione della farmacoterapia e la loro eventuale recidiva in caso di nuova assunzione costituiscono argomenti diagnostici molto importanti.
Trattamento e prevenzione
Il trattamento consiste nel sospendere l’assunzione del farmaco in causa e nel curare i sintomi: terapie cutanee, prescrizione di antistaminici (contro il prurito), o addirittura rianimazione nei casi più gravi. Un’eventuale prova di reintroduzione del farmaco deve sempre essere condotta con la massima prudenza e in ambito ospedaliero.
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