Tossicodipendenza -Cannabis
Chiamata in gergo hashish, marijuana, canna, spinello, cioccolato, maria, superpolline, la cannabis è una sostanza ricavata dalle foglie e dai fiori di una pianta, la Cannabis sativa, che solitamente si assume fumando, ma che si può ingerire anche abbinata ad alcuni cibi o persino sotto forma di infuso.
Il principio attivo è il tetraidrocannabinolo (in sigla THC), la sostanza in grado di produrre effetti sul cervello che variano di intensità a seconda delle modalità di assunzione, raggiungendo l’apice nell’arco di un’ora.
Gli effetti ricercati La cannabis provoca una distorsione delle percezioni sensoriali e della qualità dei rapporti con gli altri e ha un effetto disintegrante nei confronti dei rapporti formali e gerarchici, che vengono mal tollerati. Sebbene non sia stata dimostrata con certezza l’esistenza di una vera e propria “sindrome a-motivazionale”, che comporta la perdita di interessi verso molti aspetti dell’esistenza, è reale per i soggetti dipendenti da cannabis il rischio di non riuscire a valorizzare o a gustare una vita “regolare”, ma piuttosto di cercare di vivere i momenti ludico-ricreativi sempre “fumati”, ossia sotto l’effetto dell’hashish, in particolar modo se si appartiene a un gruppo di pari in cui si fa spesso uso di questa droga. Gli effetti della droga negli ultimi anni hanno subito diverse modificazioni qualitative e quantitative a causa della selezione di piante, che contengono sempre maggiori quantità di tetraidrocannabinolo.
Effetti collaterali non voluti L’uso della cannabis porta, sul piano fisico, anche a sintomi spiacevoli, come aumento della frequenza cardiaca (tachicardia), mal di testa, senso di pesantezza muscolare, fino a vere e proprie, temporanee, paralisi muscolari.
Gli effetti dannosi sull’apparato respiratorio sono paragonabili a quelli causati dal fumo di tabacco, con il quale il principio attivo della droga viene mescolato. Si sa anche che viene prodotta una depressione dei sistemi immunitari di difesa, potenziati dal frequente, concomitante e continuo consumo di alcolici. Sul versante neuropsicologico, quando le “fumate” giornaliere aumentano o si assumono droghe con maggiori concentrazioni di tetraidrocannabinolo, possono comparire manie di persecuzione o spiacevoli paranoie.
Queste sostanze, classificate fra le droghe spesso definite impropriamente “leggere”, necessitano di particolari precauzioni poiché con una certa frequenza sono state riscontrate nei forti fumatori associazioni con disturbi psichiatrici anche di una certa gravità e non transitori.
A seguito dell’assunzione di quantitativi elevati si può manifestare un intenso malessere (collasso), con pallore, sudore freddo, capogiri e nausea: il malessere è solitamente temporaneo ed è sufficiente lasciare tranquilla la persona coinvolta per circa un’ora facendola distendere e somministrando eventualmente liquidi zuccherati non alcolici.
Cerca in Medicina A-Z