Stato vegetativo cronico
Condizione consistente nell’assenza di qualunque attività cosciente individuabile, anche quando il soggetto è in stato di veglia. Lo stato vegetativo è determinato da lesioni estese degli emisferi cerebrali con relativo mantenimento delle funzioni del tronco dell’encefalo. È quindi molto diverso dal coma irreversibile, che coincide con la morte cerebrale e non dura più di qualche ora o giorno, in conseguenza delle misure di rianimazione.
Le cause più frequenti dello stato vegetativo cronico sono l’arresto circolatorio prolungato (che causa in breve tempo lesioni irreversibili per il mancato afflusso di sangue al cervello), gli infarti cerebrali e i traumi cranici.
Sintomi e segni
Il paziente, che può avere gli occhi chiusi o aperti, respira spontaneamente e compie alcuni gesti automatici (sbadiglia, muove le mascelle e talvolta gli arti), ma non presenta alcun segno delle funzioni superiori: non parla, non esegue neppure gli ordini più semplici, non reagisce agli stimoli e ha perso qualunque possibilità di comunicare con chi lo circonda.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi può venire confermata dopo un lasso di tempo variabile da 1 a 3 mesi. L’alimentazione artificiale e le cure prestate dal personale infermieristico prolungano la sopravvivenza del paziente fino a quando non sopraggiunge una complicanza fatale (infezione, embolia).
La prognosi, in genere negativa, può indurre a considerare la possibilità di interrompere le cure che mantengono in vita il soggetto.
Al momento di prendere una decisione così difficile occorre tenere conto dell’età del paziente e della causa del suo stato.
Si è infatti potuto osservare un recupero parziale in alcuni soggetti giovani, in stato vegetativo cronico in seguito a un trauma cranico.
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