Spondilite anchilosante
Patologia cronica caratterizzata dall’insorgenza di un’artrite, principalmente a carico delle articolazioni sacroiliache e del rachide. La causa è ignota, ma nel 10% dei casi si riscontra una predisposizione familiare. Colpisce soprattutto i soggetti di sesso maschile di età compresa tra i 15 e i 30 anni.
Sintomi e segni
La spondilite anchilosante esordisce con dolore localizzato soprattutto ai glutei, nella parte posteriore delle cosce e nella regione centrale della schiena, più intenso al termine della notte e all’alba, con tendenza a riacutizzarsi la sera.
La patologia si diffonde in genere dal basso verso l’alto, dal bacino al rachide cervicale. È più raro che siano interessate le articolazioni degli arti, fatta eccezione per le anche, il cui coinvolgimento può rendere difficoltosa la deambulazione e, in misura minore, le ginocchia e le spalle. Anche il tendine di Achille può essere colpito, con distruzione del calcagno (osso del tallone).
Diagnosi
Come per le altre spondiloartropatie, la diagnosi si basa su vari criteri clinici (caratteristiche del dolore e sensibilità ai trattamenti antinfiammatori), genetici (presenza dell’antigene HLA B27) e radiologici (sacroileite, ossia lesione delle articolazioni sacroiliache, e presenza di ponti ossei, i cosiddetti sindesmofiti, tra le vertebre).
Evoluzione
La spondilite anchilosante progredisce lentamente, per accessi, nell’arco di 10-20 anni o anche più. In assenza di trattamento, la sua evoluzione è variabile da un soggetto all’altro e caratterizzata, in circa la metà dei malati, da un irrigidimento di tutta la colonna vertebrale o di una sua parte. Il coinvolgimento delle articolazioni costovertebrali può essere responsabile di insufficienza respiratoria.
Trattamento
Si basa sulla somministrazione di antinfiammatori non steroidei, assunti di preferenza la sera, prima di coricarsi.
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