Screening dei tumori -Quali sono i programmi di screening in oncologia sui quali esiste una sufficiente evidenza di efficacia e un accettabile equilibrio tra svantaggi e vantaggi?
I programmi di screening oncologico che si sono rivelati efficaci nel ridurre la mortalità specifica sono rivolti alla prevenzione e diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero, del tumore del colon-retto e alla diagnosi precoce del tumore della mammella. Questi programmi si stanno progressivamente diffondendo in Italia a seguito di iniziative e finanziamenti del Ministero della Salute e delle Regioni.
I programmi di screening per il cancro della mammella (il tumore più frequente nella donna) prevedono l’esecuzione di una mammografia ogni 2 anni per le donne di età compresa tra 50 e 69 anni; si può ottenere una riduzione di mortalità del 35% nelle donne che aderiscono.
Lo screening per il cancro del collo dell’utero, meno frequente del tumore della mammella, prevede il ricorso al Pap-test che è stato il primo test di screening utilizzato in oncologia.
Negli ultimi 20 anni la mortalità per tumore dell’utero si è ridotta di oltre la metà, ancora oggi in Italia le donne che si ammalano ogni anno di tumore del collo dell’utero sono 3.500 circa e 1.100 il numero di donne decedute per anno per questa malattia.
Il cancro del colon-retto è un problema molto importante di salute nella popolazione, anche in Italia, dove ogni anno si ammalano di questo tumore circa 20.000 maschi e oltre 17.000 femmine con oltre 9.000 decessi tra i maschi e quasi 8.000 tra le donne registrati nel 2002. Lo screening del tumore colorettale ha due possibili obiettivi: 1) diagnosticare il cancro in fase precoce; 2) identificare ed asportare i “polipi” del colon-retto che in percentuali rilevanti sono destinati a trasformarsi, nel corso di anni, in cancri del colon.Il test di screening più diffuso è la ricerca del sangue occulto nelle feci eseguito ogni due anni in maschi e femmine tra i 50 e 74 anni di età.
Alcuni programmi di screening utilizzano invece la retto-sigmoidoscopia da eseguire una volta nella vita intorno ai 60 anni. Per entrambi i tipi di screening, quando un soggetto è “positivo” si procede all’esecuzione di una colonscopia che permette di esplorare, attraverso una sofisticata ma sottile sonda a fibre ottiche collegata ad una telecamera, tutto il colon-retto. La colonscopia consente anche l’asportazione endoscopica dei polipi precursori del tumore.[M.C.]
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