Potassio plasmatico
Elettrolita prevalentemente intracellulare, fondamentale nel mantenere l’attività elettrica di membrana da cui deriva l’eccitabilità delle cellule. Il potassio viene introdotto con gli alimenti (3 mg/die) ed eliminato attraverso le feci, il sudore e soprattutto le urine, grazie al meccanismo di filtrazione glomerulare e di riassorbimento tubulare, regolato dall’aldosterone. Alterazioni significative della potassemia configurano situazioni di rischio di aritmia cardiaca fatale. L’iperpotassemia si riscontra soprattutto nell’insufficienza renale acuta e cronica, nella rabdomiolisi (danneggiamento del tessuto muscolare striato con rilascio di mioglobina nel sangue), nell’uso di integratori salini di potassio in associazione con diuretici risparmiatori di questa sostanza, nell’ipoaldosteronismo, nell’acidosi. Un’emolisi (distruzione dei globuli rossi) anche parziale del campione di sangue fa aumentare i valori di potassio. L’ipopotassemia si riscontra più spesso per l’impiego non compensato di diuretici tiazidici o dell’ansa, che inducono aumento delle perdite urinarie; altre cause possono essere alcalosi metabolica, infusione di glucosio o correzione di un’iperglicemia con insulina, iperaldosteronismo, sudorazione profusa, vomito o diarrea, abuso di liquirizia.
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