Lombalgia -Ci si dovrà operare?
In assenza di importanti lesioni neurologiche (che il medico saprà individuare), il trattamento “conservativo” dovrà essere protratto per almeno 4-6 settimane prima di procedere a una valutazione chirurgica. Occorre ricordare che un terzo dei pazienti con lombosciatalgia e già candidati all’intervento chirurgico migliora (talvolta sino alla guarigione) nel periodo trascorso in attesa del ricovero: infatti l’ernia discale, una tra le cause più frequenti di lombosciatalgia, tende a risolversi spontaneamente, senza alcun provvedimento terapeutico, a circa un mese dall’insorgenza dei sintomi. Inoltre un paziente che riferisce la presenza di lombalgia semplice, senza segni di irradiazione del dolore agli arti inferiori e in assenza di uno dei già citati elementi di sospetto, non ha generalmente bisogno di una consulenza chirurgica.
La possibilità di un intervento chirurgico è legata alla persistenza per più di un mese di lombosciatalgia disabilitante senza segni di miglioramento, oppure all’evidenza di un interessamento radicolare. Tale intervento, d’altra parte, risolve soltanto l’irradiazione del dolore alla gamba e non ha alcun effetto sul mal di schiena; è inoltre una procedura invasiva, che richiede un periodo di convalescenza e può lasciare residui cicatriziali nella zona interessata. Infine, l’intervento non diminuisce il rischio di ricadute: sia che il paziente sia stato operato sia che sia guarito spontaneamente, le probabilità che una lombosciatalgia si ripresenti nei due anni successivi sono pressoché identiche.
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