Inquinamento acustico -Sorgenti del danno da rumore
Si è detto dei rischi connessi all’inquinamento acustico da discoteca, ma il discorso si applica anche ai riproduttori di musica che tanti giovani ascoltano in cuffia, o agli impianti stereo montati sulle autovetture, ascoltati gli uni e gli altri a volumi spesso molto elevati. A queste sorgenti di rumore elevate ma “voluttuarie” si aggiungono poi altre fonti di inquinamento acustico, quali il traffico cittadino o i luoghi di lavoro, che producono rumori certamente di minore entità ma non facilmente evitabili, almeno per chi vive in città. A ben guardare, sono davvero molte le situazioni che nella vita quotidiana espongono a rumore più o meno elevato e più o meno evitabile: si pensi per esempio a chi viaggia in motocicletta, al rumore degli aerei all’aeroporto, a quello dei cantieri stradali sotto casa, a quelli generati nel corso di fiere e manifestazioni pubbliche, e gli esempi potrebbero continuare ancora per molto.
Alcune attività professionali sono particolarmente esposte al rischio di riduzione della capacità uditiva (ipoacusia) da rumore: lavorazione di metalli (in particolare le operazioni di sbavatura, stampaggio, taglio con cesoie, tornitura ecc.), falegnameria, lavori ai telai per tessitura e lavori in edilizia, stradali, in cave e miniere, lavori che prevedono l’uso prolungato di martelli pneumatici e altri ancora.
Un altro fattore importante nella genesi del danno da rumore, da tenere ben presente, è rappresentato dagli elementi in grado di modificare in senso negativo la sensibilità dell’orecchio umano alla malattia: per esempio alcuni farmaci, quali i salicilati e i diuretici, possono aumentare la suscettibilità al danno da rumore e contribuire nel tempo all’insorgenza di ipoacusia anche senza che vi sia stato un rilevante aumento dell’esposizione al rumore.Anche in ambiente lavorativo, specie in alcune attività quali la saldatura e la verniciatura, si può essere esposti a sostanze (solfuro di carbonio, ossido di carbonio, tricloroetilene, toluene, stirene ecc.) che, se inalate anche in modica quantità perché cronicamente disperse nell’aria, modificano con meccanismo analogo a quello dei farmaci la resistenza dell’orecchio al danno da rumore. [G.B.]
Cerca in Medicina A-Z