Inquinamento acustico -L’evoluzione del danno acustico da rumore
La malattia si instaura in maniera subdola: nel suo decorso si possono riconoscere 4 fasi.
- La prima fase coincide con le prime esposizioni: il soggetto avverte, alla fine del periodo di esposizione al rumore, sensazioni di “fischi” o di “scrosci” alle orecchie (acufeni), lieve mal di testa e senso di intontimento, che scompaiono in breve tempo al termine dell’esposizione.
- La seconda fase può durare anche molti anni, con sintomatologia pressoché assente: al massimo, i disturbi sono rappresentati da qualche acufene intermittente, magari non collegato temporalmente all’esposizione.
- Durante la terza fase il soggetto si accorge, in particolari circostanze, di aver perso una quota d’udito, anche se il danno non compromette la sua vita di relazione: la “voce parlata” viene infatti intesa ancora bene, ma i suoni caratterizzati da toni acuti vengono percepiti con difficoltà (per esempio non vengono più avvertiti bene alcuni tipi di campanello molto squillanti e acuti, il ticchettio dell’orologio, i registri alti di alcuni strumenti musicali e così via). Con il progredire del danno acustico, anche i particolari di una conversazione iniziano a non essere sempre perfettamente percepiti, soprattutto in ambienti rumorosi, e sempre più spesso si è costretti ad aumentare il volume della radio, dell’impianto stereo o del televisore.
4. La quarta fase è quella in cui si manifesta la sordità conclamata, con serie difficoltà anche per le più semplici comunicazioni verbali.
Le fasi intermedie tra quelle appena citate sono caratterizzate, oltre che da un deficit quantitativo della capacità uditiva, anche da un’alterazione qualitativa, in quanto i suoni vengono percepiti in modo distorto e fastidioso, impediscono di riconoscere le esatte caratteristiche del suono e quindi complicano la comprensione della voce parlata (fenomeno detto del recruitment).
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