Gnatostomiasi
Malattia parassitaria provocata dall’infestazione di un nematode, il Gnatostoma spinigerum. Si tratta di un piccolo verme lungo 2-3 cm, parassita dello stomaco dei carnivori piscivori (mangiatori di pesce), in particolare del cane, del gatto e dell’uomo. Si riscontra soprattutto in Estremo Oriente e, più raramente, nel Vicino Oriente, in Messico e in Australia.
Modalità di contagio e sintomi
Le larve si sviluppano nei pesci d’acqua dolce o nei crostacei. L’infestazione è provocata dall’ingestione di questi animali crudi, ma il parassita resta allo stadio larvale nell’organismo umano.
La larva di Gnatostoma spinigerum si sposta sottocute provocando manifestazioni patologiche: edema o pseudotumore cutaneo, ascesso o dermatite foruncolosa ecc. Le cellule eosinofile (leucociti che presentano affinità per un colorante acido, l’eosina) si moltiplicano nel sangue. La larva può anche migrare dallo stomaco al fegato, all’addome, all’occhio e al cervello. In quest’ultimo caso provoca talvolta una meningoencefalite (infiammazione delle meningi e dell’encefalo) da eosinofili. Tale migrazione può durare parecchi anni.
Trattamento e prevenzione
Solo l’estrazione chirurgica della larva permette di curare il paziente. È possibile prevenire l’infestazione evitando di consumare pesci e crostacei crudi in tutte le regioni endemiche e, in particolare, nei Paesi del Sud-Est asiatico.
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