Fotosensibilizzazione
Aumento della sensibilità della cute ai raggi solari, soprattutto agli ultravioletti, spesso dovuto a una sostanza chimica o farmaceutica, che si manifesta con un’eruzione cutanea.
I casi di fotosensibilizzazione sono sempre più frequenti, soprattutto a causa di alcuni cambiamenti di abitudini e comportamenti intervenuti negli ultimi decenni (esposizione più frequente al sole, uso di sostanze e di farmaci fotosensibilizzanti).
Cause
Una fotosensibilizzazione può essere idiopatica (la cui causa non è nota), provocata da un fattore scatenante esterno, interno o di origine genetica.
Fotosensibilizzazioni di origine esterna Si verificano in seguito all’applicazione sulla cute di una sostanza (profumo) o dopo il contatto con varie specie vegetali (ranuncoli, senape e così via).
Fotosensibilizzazioni di origine interna Si verificano dopo l’ingestione di sostanze o di farmaci che esercitano un’azione fotosensibilizzante, e che poi si depositano sulla pelle: psoraleni, alcuni antibiotici (soprattutto le tetracicline), amiodarone, chinoloni, alcuni antifungini (soprattutto la griseofulvina) e così via.
Fotosensibilizzazioni di origine genetica Sono causate da carenze genetiche specifiche che coinvolgono il sistema di riparazione del DNA (xeroderma pigmentoso) o la distribuzione della melanina (albinismo).
Sintomi e segni
Variano in base al tipo di fotosensibilizzazione: placche rosse con piccole vescichette e forte prurito, vesciche o bolle. Le lesioni si presentano su tutta la cute esposta al sole (fotosensibilizzazione di origine interna) o in modo più localizzato (fotosensibilizzazione di origine esterna), circoscritto alla zona in cui è stato applicato l’agente in causa. Le fotosensibilizzazioni di origine genetica si manifestano con una totale assenza di abbronzatura nelle zone sprovviste di pigmenti melaninici o con un eritema seguito da atrofia cutanea (xeroderma pigmentoso).
Trattamento e prevenzione
Il trattamento consiste nell’applicazione sulle lesioni di farmaci antisettici, prodotti emollienti o corticosteroidi locali. Nei casi più gravi, si può passare alla somministrazione sistemica di corticosteroidi o antistaminici. La prevenzione si basa sulla protezione della cute (crema a schermo totale) e soprattutto sull’eliminazione dell’agente responsabile (farmaco, manipolazione di alcune specie vegetali e così via).
Le fotosensibilizzazioni idiopatiche possono essere evitate con la somministrazione di vitamina PP, di antimalarici di sintesi (nivachina), di carotenoidi o con la PUVA-terapia (esposizione ai raggi ultravioletti A, associata all’assunzione di psoraleni).
Impiego terapeutico
La fotosensibilizzazione viene utilizzata nel trattamento di alcune malattie della pelle, in particolare la psoriasi, nel corso della PUVA-terapia. L’agente fotosensibilizzante (psoralene) viene somministrato per via orale o locale prima dell’esposizione ai raggi ultravioletti artificiali.
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