Distacco della retina -Segni e sintomi
Una caratteristica insidiosa del distacco della retina consiste nel fatto che, molto spesso, il paziente non accusa alcun tipo di disturbo: soprattutto nei casi di degenerazioni retiniche periferiche in evoluzione e di distacchi di retina iniziali e molto periferici, infatti, non si verifica un calo della funzione visiva tale da essere avvertito dal paziente perché non vengono coinvolti il polo posteriore e la macula. Qualora però questi casi giungano a una precoce osservazione dello specialista, sarà possibile intervenire prontamente al fine di limitare l’estensione del distacco e quindi contenere i postumi permanenti.
Nei casi in cui il distacco ha dimensioni più estese, il soggetto solitamente denuncia una limitazione del campo visivo con percezione di una classica “ragnatela” o “tenda scura” in corrispondenza della parte periferica dello sguardo, sensazioni spesso accompagnate da percezione di “moscerini scuri” su tutto l’ambito visivo ovvero da sensazione di vedere “lampi di luce” (in termine medico fosfeni).
Se il distacco di retina coinvolge il polo posteriore della retina, o addirittura la macula (come accade nei distacchi definiti giganti o con foro maculare), il paziente accusa invece un drastico e repentino calo della propria acuità visiva, non accompagnato da alcuna sintomatologia dolorosa.
Non di rado il distacco di retina si associa a sanguinamento intraoculare di diversa entità (il cosiddetto emovitreo) e questo rende più difficoltosa l’esplorazione, da parte dell’oculista, del fondo dell’occhio alla ricerca di eventuali rotture retiniche primarie o secondarie.
In tutti questi casi, all’esame del fondo oculare con dilatazione pupilare (midriasi) si evidenzia un’area di sollevamento della retina, che siano o meno presenti le tipiche interruzioni della continuità della retina.
Tra queste ultime le più comuni sono:
- i fori (60%), rotondi o ovalari, isolati o a gruppi, localizzati soprattutto nella porzione laterale della retina (cioè quella verso la regione temporale del cranio) o a livello della macula (più frequenti quelli associati a miopia elevata o a traumi);
- le lacerazioni a ferro di cavallo (30%), che possono avere la convessità rivolta verso il polo posteriore e la concavità munita del cosiddetto opercolo, oppure presentare un’aderenza retino-vitreale; la parte di retina più colpita da questo tipo di lesione, che spesso si associa a emivitreo spontaneo, è quella superiore-temporale;
- le lacerazioni irregolari (10%), dovute sovente a traumi, situate alla periferia e distinguibili in dialisi retiniche e disinserzioni retiniche, con le prime spesso molto estese e coinvolgenti metà o più della circonferenza (solitamente il quadrante più colpito è quello infero-temporale), le seconde invece tipicamente situate a livello dell’ora serrata, di cui ripetono la caratteristica dentellatura; quando queste rotture retiniche sono di grosse dimensioni (maggiori di 180°) si parla di rottura gigante della retina.
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