IPOTENSIONECOLLASSO -Cos’è la pressione arteriosa
La pressione arteriosa dipende dalla gettata sistolica (la quantità di sangue che viene espulsa dal cuore in un minuto) e dalle resistenze periferiche (il “tono” dei vasi sanguigni, quindi il loro diametro e la loro forza contrattile).
La gettata sistolica è, a sua volta, determinata dall’efficienza del muscolo cardiaco e dalla frequenza cardiaca (cioè dal numero dei battiti in un minuto) che, se è troppo bassa (meno di 40) o troppo alta (più di 150 battiti), potrà determinare una riduzione della quantità di sangue che il cuore è in grado di mettere in movimento (portata cardiaca). Modificazioni di questi due fattori potranno determinare una riduzione dei valori pressori, con significato clinico molto diverso da caso a caso. L’ipotensione arteriosa deve preoccupare solo quando la pressione esistente nel sistema circolatorio è insufficiente per rifornire di sangue tutti gli organi. Il nostro “funzionamento” infatti (in termine tecnico, il metabolismo), e quindi tutta la nostra vita, è strettamente dipendente dalla disponibilità di ossigeno, che viene introdotto attraverso i polmoni con la respirazione e viene poi ceduto ai globuli rossi che circolano all’interno dei vasi sanguigni.
Il sistema circolatorio, il cuore e le arterie fungono da trasportatori del sangue e quindi dei globuli rossi ricchi di ossigeno, i quali, raggiungendo tramite i capillari tutti gli organi e i tessuti corporei, cedono l’ossigeno che hanno “caricato” a livello polmonare. È la parte liquida del sangue, cioè il plasma, che funge da veicolo dei globuli rossi.
Se si verifica dunque un’alterazione del sistema di trasporto dell’ossigeno (alterazione che può verificarsi a carico del sistema vascolare oppure nel volume ematico o nel cuore) di entità tale da ridurre l’apporto di ossigeno al cervello e, in questo modo, da provocarne il cattivo funzionamento, si avrà un’ipotensione clinicamente rilevante, che si identifica in una situazione di lipotimia o di sincope.
Si rammenti infatti che il cervello è l’organo umano più sensibile alla mancanza o alla ridotta presenza di ossigeno (ipossia) e quindi, in caso di ipotensione acuta, si manifesteranno i sintomi tipici della lipotimia: obnubilamento del sensorio, visione offuscata, perdita della visione dei colori, sensazione di ottundimento, senso di svenimento, sino ad arrivare al cedimento muscolare generalizzato e alla caduta a terra. Se invece l’ipotensione avviene in modo progressivo, questa “disfunzione” cerebrale risulterà meno imponente, anche se si verificherà comunque e si accompagnerà alla progressiva disfunzione degli altri organi vitali (reni, cuore e fegato).
Questo quadro identifica lo shock, che riconosce svariate cause scatenanti tali da, anche in questo caso, alterare in modo persistente l’equilibrio tra la quantità di sangue espulsa dal cuore a ogni battito (gettata cardiaca), la frequenza dei battiti del cuore e il volume di sangue circolante.
Raramente le lipotimie possono risultare indicatrici di una grave malattia in atto, mentre più frequentemente sono legate a una cattiva regolazione del “tono” dei vasi sanguigni come reazione a vari eventi della vita; lo shock, invece, è sempre sintomo di una condizione clinica grave, che necessita di immediato ricorso al Pronto soccorso.
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