Colica -Diagnosi
La diagnosi di colica renale o biliare viene in genere suggerita dai disturbi lamentati dal paziente. Durante la visita, il medico può differenziare la colica biliare da quella renale tramite due segni specifici:
- il segno di Murphy, che consiste nell’accentuazione del dolore quando il medico preme con la mano nella regione sottocostale destra dell’addome e chiede al paziente di inspirare profondamente; questa manovra provoca tipicamente l’interruzione dell’atto del respiro;
- il segno di Giordano, che consiste nell’accentuazione del dolore quando il medico percuote con la mano a taglio il fianco al quale si localizza la colica.
Alcuni esami (ampiamente disponibili) consentono di confermare la diagnosi di colica e di differenziare i due tipi. Nella colica biliare si ha un caratteristico aumento nel sangue di alcuni indici (che vengono detti di colestasi) come la γ-glutamiltransferasi (γGT) o la fosfatasi alcalina (ALP) e talora anche di altri parametri come le transaminasi (AST e ALT) e la bilirubina. Questi parametri di laboratorio sono invece assolutamente normali in caso di colica renale, nella quale risultano alterati i livelli ematici di creatinina e degli elettroliti.
I calcoli, sia biliari sia renali, possono qualche volta essere individuati con una radiografia diretta dell’addome, ma la metodica strumentale più utilizzata e precisa per la diagnosi è l’ecografia, che consente di visualizzare i calcoli e la dilatazione corrispondente delle vie biliari oppure delle vie urinarie.
Altri esami più complessi (come la colangiografia o l’urografia) vengono in genere riservati a casi meno chiari o con sintomi persistenti malgrado un’idonea terapia.
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