Carenza alimentare
Assenza o insufficienza di alcuni elementi indispensabili all’equilibrio e allo sviluppo fisico del soggetto.
La carenza alimentare può essere globale o selettiva, e riguardare quei principi nutritivi che agiscono a piccolissime dosi come i sali minerali, gli oligoelementi, gli aminoacidi o le vitamine. Può essere legata a un apporto insufficiente o a un’incapacità dell’organismo di utilizzare le risorse disponibili.
Oltre che alla malnutrizione, l’insufficienza di apporti nutritivi può essere imputata a un regime non equilibrato: i vegetaliani, che seguono una dieta molto più rigida rispetto ai vegetariani, soffrono abitualmente di un deficit di aminoacidi essenziali quali ferro, calcio e vitamina B12.
I disordini del comportamento alimentare, dovuti ad anoressia o abuso dei regimi dimagranti, provocano carenze le cui conseguenze possono essere serie, se non vi si pone subito rimedio. Anche le affezioni organiche che danno luogo ad anoressia (cancro, epatite, tubercolosi) comportano vari gradi di carenza.
L’insorgenza precoce di una carenza alimentare può avere effetti disastrosi e nell’embrione, nel feto e nel lattante può ostacolare la divisione cellulare: una delle possibili conseguenze per un soggetto che ne abbia sofferto prima della nascita e nei primi anni di vita è un deficit del sistema nervoso centrale, nel qual caso il danno è irreversibile.
Per contro, una carenza alimentare in un bambino di età superiore a 1 anno provoca effetti temporanei qualora venga ristabilita un’alimentazione corretta.
Tra le principali carenze alimentari si può citare la carenza di vitamina A, che causa disturbi oculari di notevole entità; quella di iodio, che determina una disfunzione della tiroide (gozzo, ipotiroidismo); quella di acidi grassi, che pregiudica la normale crescita del bambino e così via. Un eventuale supplemento vitaminico, o qualunque altra forma di supporto dietetico, deve essere concordato con il medico.
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