Prevenzione delCancro
Insieme delle misure che mirano a evitare l’esposizione ai fattori di rischio della cancerogenesi (prevenzione primaria) e a trattare gli stati precancerosi (prevenzione secondaria). Il principale obiettivo è eradicare o diminuire i fattori di rischio del cancro e ridurre così la frequenza della malattia. I fattori di rischio vengono definiti a partire da indagini epidemiologiche retrospettive o prospettiche. Le malattie ereditarie che predispongono al cancro e i tumori il cui rischio si trasmette ereditariamente sono all’origine di poche forme di cancro. Per contro, il 90% delle neoplasie è legato a fattori esterni o ambientali. Si stima che le forme di cancro provocate dall’inquinamento o da un’esposizione professionale siano pari al 10%. Lo stile di vita e il comportamento individuale sono in causa in più dell’80% delle forme neoplastiche.
Prevenzione primaria individuale Si basa sulla modificazione dello stile di vita e del comportamento, i più alti fattori di rischio. Il tabacco è responsabile del 30% della totalità dei decessi per cancro. A questo fattore è direttamente imputabile più del 90% dei tumori broncopolmonari, prima causa di mortalità per cancro a livello mondiale, e delle vie aerodigestive (cancro orofaringolaringeo o esofageo). L’alcolismo, non direttamente cancerogeno ma molto spesso associato al tabagismo, funge da cofattore moltiplicativo del rischio di neoplasie delle vie aerodigestive superiori (della totalità di queste, 9 su 10 si riscontrano in consumatori di alcol e tabacco). Un’alimentazione ricca di grassi saturi e proteine e povera di fibre moltiplica il rischio di cancro digestivo (stomaco, colon e retto). Un consumo eccessivo di cibi affumicati aumenta il rischio di cancro gastrico.
Gli altri fattori di rischio, come l’esposizione prolungata al sole o le infezioni da papillomavirus (malattie virali sessualmente trasmesse), favoriscono l’insorgenza rispettivamente delle neoplasie cutanee, soprattutto dei melanomi maligni, e di quelle anogenitali. I virus dell’epatite B e C espongono al rischio di cancro del fegato. L’infezione provocata dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV) favorisce la comparsa di tumori, tra cui certe forme di sarcoma cutaneo, il cancro del collo uterino e le neoplasie del sistema linfatico.
Prevenzione primaria collettiva Si basa sull’adozione di provvedimenti amministrativi, miranti a ridurre l’inquinamento atmosferico e la frequenza delle forme di cancro professionale (mediante una migliore protezione dei lavoratori esposti all’amianto, alle radiazioni ionizzanti, ai coloranti aromatici, alle polveri di legni esotici ecc.). I fattori di rischio professionale entrano in causa nel 2-5% delle neoplasie. L’impiego dell’amianto è vietato in Italia dal 1992.
Negli ultimi anni sono state realizzate campagne di informazione e di educazione rivolte ai giovani per ricordare loro comportamenti quotidiani che aiutano a prevenire il cancro: non fumare; moderare il consumo di alcolici; evitare l’esposizione prolungata al sole; rispettare le norme di sicurezza nella produzione e manipolazione di sostanze a rischio; consumare alimenti freschi e ricchi di fibre, evitare quelli ricchi di grassi. La lotta contro il tabagismo e l’alcolismo resta un’esigenza prioritaria e giustifica l’adozione di misure collettive, ma la prevenzione primaria in questo campo dipende in primo luogo dalle decisioni individuali.
Prevenzione secondaria Si basa su tre tipi di misure:
- trattamento degli stati precancerosi, riconosciuti con screening sistematici, nella sorveglianza di soggetti ad alto rischio o in occasione di un consulto (trattamento di lesioni tissutali e istologiche benigne quali distrofie, displasie, metaplasie e tumori benigni);
- prescrizione di farmaci in grado di correggere displasie e metaplasie delle mucose (in genere vitamina A e acido retinoico), associata alla sospensione del contatto con gli agenti cancerogeni coinvolti;
- ablazione chirurgica delle lesioni precancerose (colectomia preventiva nella poliposi colica familiare, asportazione delle lesioni cutanee ad alto rischio neoplastico e delle lesioni displastiche del collo uterino).
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