Borsa delle acque
Spazio pieno di liquido amniotico, compreso tra la membrana ovulare interna (amnio) e il feto. Svolge un ruolo di primaria importanza nella protezione del feto dai traumi durante la gravidanza. Al momento del parto, per effetto delle contrazioni uterine e del liquido amniotico, preme sulla cervice favorendone la dilatazione.
Rottura spontanea In genere, la borsa delle acque si rompe spontaneamente quando la dilatazione della cervice raggiunge i 2-5 cm, ma può anche farlo più tardi, all’inizio del travaglio, segnalando che il parto è imminente. La lacerazione delle membrane, che non provoca dolore, può manifestarsi con un lento stillicidio di liquido oppure con una brusca fuoriuscita.
Il liquido di norma è chiaro; se ha una colorazione verde scuro indica la presenza di meconio, le prime feci del feto, testimoniando una sofferenza fetale che rende necessaria l’induzione del parto. La rottura della borsa delle acque impone di recarsi senza indugio al reparto maternità, perché la protezione del feto è diminuita ed è più probabile il rischio d’infezione. Quando la rottura delle acque avviene troppo presto, prima dell’ottavo mese di gravidanza, la madre viene messa sotto osservazione per timore delle possibili complicanze (infezione, rischio di parto prematuro), che talvolta rendono necessaria l’induzione del parto. Per scongiurare il rischio di infezione viene comunque prescritta una profilassi antibiotica.
Rottura artificiale Se la rottura della borsa delle acque non avviene spontaneamente, quando la dilatazione cervicale ha raggiunto i 5 cm, e la testa del feto è impegnata nel canale del parto, l’ostetrica provvede a perforare le membrane con una pinza durante una contrazione. L’orifizio che si forma viene poi allargato manualmente. Se il liquido è normale, il parto segue il suo corso naturale; se si riscontrano anomalie, la sorveglianza del feto (tramite il monitoraggio dei rumori cardiaci) permette di optare per l’accelerazione del parto o per il parto cesareo.
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