AntibioticI -Fattori che dipendono dal farmaco
- Spettro di attività antibatterica dell’antibiotico: nessuna molecola è efficace contro tutti i batteri esistenti, ma ciascuna possiede un suo “campo d’azione” più o meno ampio; di conseguenza un antibiotico non può essere utilizzato per curare tutte le infezioni, ma solo per quelle causate da batteri sensibili a esso.
- Resistenza batterica: probabilità o certezza che il batterio in causa nell’infezione abbia sviluppato la capacità di resistere all’azione dell’antibiotico.
- Farmacocinetica: ogni antibiotico, al pari di qualsiasi farmaco, possiede determinate caratteristiche che ne condizionano – dopo l’assunzione – l’assorbimento, la distribuzione nei vari distretti del corpo, il metabolismo e l’eliminazione; in particolare, per quanto riguarda gli antibiotici, è importante la distribuzione a livello dei tessuti interessati dal processo infettivo che si deve trattare (per esempio, in caso di infezione della colecisti, è necessario impiegare un antibiotico che riesca a raggiungere le vie biliari, in caso di una sinusite il farmaco deve riuscire a essere presente nella zona infetta e così via).
- Reazioni avverse: come per qualsiasi altro farmaco, anche gli antibiotici possono causare reazioni indesiderate, i cosiddetti eventi avversi, che possono essere di entità variabile e persino avere gravi conseguenze (ricovero ospedaliero, disabilità permanente, peggioramento della situazione clinica complessiva del paziente, decesso, malformazioni congenite del neonato in caso di assunzione impropria in gravidanza e così via). Tra le reazioni più comunemente causate dagli antibiotici vi sono gli arrossamenti della pelle (i cosiddetti rash cutanei), la nausea, il vomito, la diarrea (conseguente alla distruzione della flora batterica intestinale), ma anche eventi molto più gravi (fortunatamente anche molto rari) come le reazioni allergiche (per esempio lo shock anafilattico).
- Interazioni farmacologiche: quando si assume un qualsiasi farmaco (e gli antibiotici non fanno eccezione) bisogna considerare l’eventuale contemporanea assunzione di altri medicinali, siano essi prescritti dal medico, o da automedicazione (compresi i prodotti “naturali” o “alternativi”), perché esiste la possibilità che il farmaco che si sta assumendo interagisca con gli altri e che questo fenomeno porti o alla riduzione dell’efficacia terapeutica attesa o all’aumento della tossicità.
- Evidenza di efficacia clinica: i cosiddetti trial clinici, cioè gli studi che vengono condotti per testare le proprietà dei farmaci, sono progettati e messi in atto in modo da stabilire l’efficacia di un farmaco nel trattare una patologia e da definirne il dosaggio al quale deve essere assunto per raggiungere l’effetto terapeutico e la durata ottimale della terapia. Questi requisiti sono essenziali per gli antibiotici, in quanto l’eradicazione del batterio e la risoluzione del processo infettivo dipendono dal mantenimento di concentrazioni ottimali dell’antibiotico per un periodo di tempo adeguato.
- Azione sinergica con altri antibiotici: per trattare alcune infezioni è necessario assumere più antibiotici contemporaneamente in modo da amplificarne l’azione e quindi migliorare la capacità di ciascun farmaco di eradicare l’agente causa di malattia; per esempio, nella tubercolosi ci si avvale di una terapia combinata che prevede l’assunzione di 2 o 3 farmaci insieme, strategia che permette non solo di ottimizzare l’effetto terapeutico, ma anche di somministrare i singoli farmaci a dosaggi più bassi di quelli richiesti in caso di somministrazione singola, limitando così anche il rischio di eventi avversi.
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