Anaerobio
- Detto di microrganismi che si sviluppano in assenza di ossigeno. Si distinguono le specie anaerobie strette, per le quali l’ossigeno è tossico, e le specie anaerobie facoltative, che non utilizzano ossigeno per il loro metabolismo. La flora endogena anaerobia, che vive nelle cavità naturali del corpo (bocca, stomaco, intestino ecc.), è costituita da microrganismi quali Bacteroides, Prevotella, Fusobacterium e Peptostreptococcus, che possono occasionalmente causare infezioni locali (cancrena) e setticemie plurimicrobiche, le quali associano microrganismi anaerobi stretti e microrganismi aerobi. La flora esogena tellurica (batteri ambientali) comprende batteri anaerobi stretti, come i clostridi, i quali secernono tossine in grado di provocare malattie gravissime (tetano, botulismo).
- Detto dell’insieme delle reazioni chimiche di un organismo che si producono in assenza di ossigeno. Tali reazioni sono innescate dall’attività muscolare. Il processo anaerobio comporta due fasi: la prima, detta anaerobia alattica, corrisponde all’utilizzo di adenosina-trifosfato (ATP) e fosfocreatina, molecole energetiche presenti nei muscoli. Questa fase dell’attività fisica si protrae per 30 secondi. Oltre questo periodo, la seconda fase, detta anaerobia lattica, consente di produrre energia a partire dalla degradazione incompleta dei glucidi immagazzinati nel fegato e nei muscoli, ed è accompagnata dalla produzione di acido lattico, responsabile dei crampi muscolari. A mano a mano che l’attività fisica prosegue, alla fase anaerobia succede la fase aerobia, che consente l’ossigenazione cellulare. Gli esercizi anaerobici sono caratterizzati da sforzi brevi ma intensi (esercizi di tonificazione, pesistica ecc.).
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