Fitoterapia
Storia della fitoterapia
Noi e le piante : alimenti e non solo
Alcune piante che consumiamo abitualmente come alimenti possiedono anche proprietà medicinali, e tra queste ci sono caffè, cacao, finocchio, mirtillo, tè, zenzero, uva e liquirizia, ma anche diverse droghe vegetali che impieghiamo normalmente come aromatizzanti in cucina: si pensi agli agrumi (arancio, limone, mandarino, pompelmo), al ginepro, al timo o alla salvia.
Altre piante hanno un importante interesse come sorgenti di principi curativi: tali si possono considerare, per esempio, la belladonna, il biancospino, la digitale, l’iperico, il ginkgo, la valeriana.
Meritano poi un cenno le piante contenenti sostanze fortemente attive sul sistema nervoso centrale, spesso impiegate come sostanze d’abuso: oppio e derivati (morfina ed eroina), coca, tabacco, ma anche LSD, hashish e marijuana, mescalina.
Quando il “naturale” può far bene alla salute?
Nel nostro Paese i prodotti a base di piante medicinali sono inseriti nel grande calderone degli integratori alimentari o dietetici, anche se per lo più vengono assunti non come alimenti, ma per sfruttarne gli effetti medicinali: ciò vuol dire che per produrli e commercializzarli è necessaria una notifica presso il Ministero della salute, ma che poi mancano regolari e rigorosi controlli che garantiscano ai consumatori la loro effettiva qualità e sicurezza. Nella categoria degli integratori vengono così inclusi prodotti che contengono le stesse piante medicinali utilizzate per produrre i farmaci veri e propri; tali prodotti però, essendo classificati come “alimenti”, non devono sottostare alla rigorosa legislazione in materia di efficacia e sicurezza d’impiego cui sono invece soggetti i farmaci, e per questo motivo non dovrebbero essere utilizzati a scopo curativo senza il consiglio del medico o del farmacista (come di fatto accade). L’assunzione di un prodotto contenente piante medicinali costituisce spesso una vera e propria terapia e dovrebbe sempre essere preceduta da una precisa diagnosi medica, volta a chiarire la reale natura del disturbo che si intende trattare, ma questo accade davvero molto di rado. A ciò si aggiunge una convinzione comune a molte persone, secondo cui i prodotti a base di piante medicinali, solo perché derivano da sostanze naturali, sono assolutamente innocui e privi di effetti dannosi (in altre parole, non possono fare altro che bene): tale idea è pericolosa, dal momento che l’uso “storico” di prodotti derivanti dalle piante medicinali non rappresenta di per sé una garanzia di impiego sicuro e appropriato (cioè adatto al singolo caso) e, seppure dotati di azioni benefiche, tali prodotti possono anche generare effetti collaterali pericolosi.
Effetti benefici e possibili danni
Anche nel nostro Paese ricercatori e medici operanti nei centri antiveleni segnalano un numero crescente di problemi collegati all’uso di prodotti naturali, che in alcuni casi determinano conseguenze anche gravi. Si consideri peraltro che tali effetti collaterali, nella stragrande maggioranza dei casi, non sono dovuti a proprietà intrinsecamente negative della pianta, ma a fattori quali l’interazione tra la pianta medicinale ed eventuali farmaci assunti contemporaneamente, la scelta non appropriata del prodotto naturale rispetto al disturbo da curare, la scarsa qualità del prodotto (che può determinare intossicazioni per contaminazione da batteri, funghi pericolosi, metalli pesanti, radioattività) o la sua sofisticazione (tipico è il caso, più volte segnalato sui giornali, di prodotti naturali addizionati con farmaci per potenziare l’effetto atteso). Fortunatamente questi eventi non sono molto frequenti, se si rapportano al volume di vendite di questi prodotti, cui le persone si rivolgono sempre più diffusamente per trattare (con o senza l’aggiunta di farmaci propriamente detti) comuni problemi di salute. Un altro dato significativo è il crescente consenso del mondo scientifico circa la validità di alcune piante medicinali e l’interesse su particolari proprietà salutistiche di alcuni cibi e nutrienti, per esempio l’aglio, il vino rosso (in quantità moderata), la soia e più in generale la frutta e la verdura.
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