Craniosacrale
Craniosacrale
L’evoluzione della disciplina
L’esperienza clinica, le scoperte e le intuizioni che Sutherland sviluppò in più di 30 anni descrivono bene quello che rappresenta un percorso e un’evoluzione del lavoro craniosacrale.
Fino alla fine della sua esistenza Sutherland usò molte modalità per descrivere i movimenti del meccanismo respiratorio primario: parlò di onde e maree, di luce liquida, di scintilla che accende il motore della respirazione primaria, di Potenza (con la P maiuscola) dei fluidi all’interno dei fluidi.
Queste metafore, intrise di linguaggio biblico, vengono tuttora utilizzate dagli operatori di craniosacrale per descrivere qualcosa di sottile, percepibile solo in condizioni di profondo ascolto meditativo, che è comunque palpabile e permette all’operatore di mettersi in contatto con la forza che governa in generale tutta la nostra esistenza.
Sutherland, rilevata l’armonia ritmica tra le ossa craniali e il sacro (sottoposta all’onda prodotta dal fluttuare del liquor che si riflette su tutto il corpo), osservò che questo movimento comprende una fase di espansione e appiattimento del sistema (detta di flessione) e un’altra di contrazione e allungamento (detta di estensione), proprio come accade per il respiro; entrambe le fasi vengono guidate da una sorta di inerente fluttuazione del liquor.
Al termine della fase di flessione, la tensione creata dal sistema delle membrane durali (chiamate da Sutherland membrane a tensione reciproca) causa la fase successiva di estensione, e così via.
Le scoperte di Sutherland permettono di accostare il suo concetto di respiro della vita alla sottile energia che l’antica medicina tradizionale cinese chiama Chi o Qi, i giapponesi chiamano Ki e gli indiani Prana: è interessante notare come il primo termine sia tradotto proprio come “soffio”, in piena sintonia con il pensiero di Sutherland.
A partire dagli anni settanta del Novecento, questa esperienza di palpazione attraverso movimenti molto lenti, che attraversano il corpo umano e sono espressione di forze vitali della salute, viene chiamata craniosacrale e si diffonde anche oltre i confini dell’osteopatia, prima in America (grazie soprattutto al lavoro di John Upledger) poi in Europa (con il contributo, tra gli altri, dell’inglese Franklyn Sills).
Oggi questa disciplina bio-naturale è ampiamente diffusa e apprezzata per le sue molteplici applicazioni, che hanno lo scopo di migliorare il benessere e la salute della persona.