Trattamento o prevenzione delle malattie attraverso l’uso delle piante.La fitoterapia fa parte delle medicine alternative. Nella maggior parte dei Paesi, soprattutto in Occidente, soltanto i medici hanno il diritto di praticarla, sotto forma di consulto medico, e solo i farmacisti e gli erboristi sono abilitati a dare consigli al momento dell’acquisto di un prodotto a base di piante.
Cenni storici
L’uso di piante a scopo terapeutico risale alla più remota antichità ed è presente in tutte le civiltà. Esistono testi cinesi di fitoterapia che risalgono a molti millenni fa. Altri provengono dall’antica Grecia (testi di Ippocrate o Dioscoride), dal Medioevo arabo (soprattutto studi di Averroè) o dal Medioevo occidentale (testi della scuola di medicina di Salerno).
Alcuni di questi antichi trattati di fitoterapia si basano sulle osservazioni fatte sui malati; altri sono ispirati dall’esoterismo (come quelli di Paracelso), dalla magia, dai riti sociali o dalla religione.
All’inizio del XX secolo, la fitoterapia è caduta sostanzialmente nell’oblio, vittima della concorrenza dei farmaci sintetici ritenuti più efficaci (molti comunque fabbricati a partire dalle piante). La sua rinascita è avvenuta, negli ultimi decenni del secolo scorso, in concomitanza con lo sviluppo dell’agopuntura e dell’omeopatia.
Tipi di fitoterapia
Nei Paesi occidentali esistono oggi numerosi ambiti disciplinari, anche combinati tra loro, che usano le piante a scopo medicinale.
Erboristeria È il metodo fitoterapico più classico e più antico. Dopo essere caduta in disuso, è oggi nuovamente in auge. In erboristeria ci si serve della pianta fresca o secca, della pianta intera oppure di una sua parte (scorza, fiore, frutta, radice). La preparazione si avvale di metodi semplici, quasi sempre a base di acqua: decotti, infusi, macerazioni. I preparati vengono bevuti o inalati, applicati sulla pelle o aggiunti all’acqua del bagno, ma oggi si possono trovare anche capsule di gelatina da assumere per via orale, che contengono la polvere delle piante essiccate. Questa presentazione ha il vantaggio di conservare i principi attivi, che sono deperibili.
Perché un trattamento sia efficace, l’assunzione deve essere prolungata per un periodo variabile da 3 settimane a 3 mesi. Purtroppo i prodotti ottenuti con questo metodo possono non avere la concentrazione in principi attivi necessaria a ottenere una reale efficacia e a essi è possibile attribuire più un effetto di tipo “salutistico” che di tipo terapeutico vero e proprio.
Fitoterapia farmaceutica Fa uso dei prodotti di origine vegetale ottenuti da materiale vegetale fresco o essiccato per estrazione con vari solventi. Nei processi di estrazione si cerca di salvaguardare i principi attivi presenti nella pianta medicinale rispettando il fitocomplesso (vedi voce corrispondente) nella sua interezza. Questi estratti vengono dosati in quantità sufficienti a permettere un’azione efficace. Come qualsiasi altra specialità farmaceutica, si presentano in forma di sciroppo, gocce, supposte, capsule, liofilizzati, nebulizzati (estratti di piante essiccate con il calore) e così via, confezionate in modo tale da garantire sempre la stessa dose di principi attivi a parità di prodotto assunto. Le concentrazioni sono tali da permettere un’azione terapeuticamente efficace e riproducibile. Ogni dose del prodotto deve ottenere lo stesso risultato terapeutico.
Omeopatia I criteri di valutazione delle malattie sono differenti da quelli della medicina ufficiale moderna. L’omeopatia non ostacola la malattia che si propone di curare ma ne riproduce, anche se in misura minima, gli effetti caratteristici. Fa ricorso alle piante in modo preponderante ma non esclusivo: i tre quarti delle matrici sono di origine vegetale, il resto di origine animale e minerale. Il preparato omeopatico viene diluito progressivamente sino ad assumere proprietà differenti da quelle originali.
La diluizione può essere così spinta che al termine del processo nel diluente non si ritrova quasi più il principio attivo. Vengono usate piante fresche macerate in alcol. Questi alcolati prendono il nome di tinture madri, ed è a partire da queste che vengono preparate le diluizioni che servono per impregnare i grani di saccarosio e di lattosio (granuli e globuli).
Impiego terapeutico
La fitoterapia si attribuisce un campo d’azione che comprende numerose affezioni, a scopo sia preventivo sia curativo, per i casi acuti o per modificare le predisposizioni del soggetto (tendenza generale a sviluppare un certo tipo di malattia). La fitoterapia sostiene di curare la causa del male e non solamente i suoi sintomi. Il suo uso si basa su conoscenze tradizionali, sull’analisi dei principi attivi vegetali e sulla comprensione del loro meccanismo d’azione, oltre che sui risultati constatati sui malati.
Tra le varie tipologie descritte, solo la fitoterapia farmaceutica può essere considerata una medicina avente le stesse basi scientifiche della medicina moderna ufficiale, a cui si affianca come supporto e integrazione; le altre fanno parte del mondo delle medicine cosiddette non convenzionali. La medicina moderna ufficiale è da preferire sempre per problemi importanti o gravi, oppure quando esiste un trattamento farmacologico convenzionale più efficace.
Effetti indesiderati
Sono rari e solitamente benigni per prodotti preparati nel rispetto dei criteri di qualità che vengono indicati dalle autorità sanitarie e assunti, dopo diagnosi medica del problema, in dosi, tempi e modalità adeguate.
Negli ultimi anni, soprattutto a carico di prodotti erboristici, sono stati segnalati numerosi problemi tra cui: interazioni tra prodotti “naturali” e terapie che il soggetto sta già assumendo; intossicazione per dosi e tempi di assunzione eccessivi; danni da prescrizioni scorrette; intossicazioni per assunzione di prodotti inquinati o contaminati; danni derivanti da sofisticazioni (prodotti contenenti estratti vegetali a cui vengono aggiunti farmaci di sintesi, senza che sia dichiarato in confezione); automedicazioni scorrette da parte dei pazienti; allergie e intolleranze.