Ureteropielografia retrograda
Esame radiologico dell’uretere e delle cavità renali. Ha lo scopo di studiare le vie di evacuazione dell’urina, dai reni alla vescica, quando l’urografia endovenosa non permette di visualizzarle correttamente o non può essere eseguita.
Indicazioni
L’ureteropielografia (o semplicemente pielografia)retrograda permette di diagnosticare l’origine di alcuni disturbi urinari (ematuria, calcoli).
Tecnica
L’esame consiste nel radiografare gli ureteri sino alla pelvi renale, previa iniezione retrograda (in senso contrario alla direzione del flusso urinario) di un mezzo di contrasto iodato. A differenza di altre indagini radiologiche, l’ureteropielografia retrograda non è controindicata nei soggetti allergici allo iodio, perché il mezzo di contrasto non passa nel sangue.
Preparazione e svolgimento
Nell’uomo l’esame si pratica in anestesia generale e a digiuno, e prevede una degenza in ospedale di 24 ore. Nella donna l’anestesia non è necessaria, dal momento che il passaggio della sonda è meno doloroso per la particolare conformazione dell’uretra femminile. L’indagine è preceduta da una cistoscopia (esame della vescica mediante cistoscopio, un tubo munito di un sistema ottico che viene introdotto nell’uretra) per individuare i punti in cui gli ureteri sboccano nella vescica.
Il medico introduce un sottile catetere in un uretere passando per l’uretra e la vescica. Il mezzo di contrasto iodato, iniettato a poco a poco, risale controcorrente. Via via che uretere e pelvi renale diventano visibili, si eseguono varie radiografie; la procedura è la stessa per l’altro uretere. Una volta effettuato l’esame, che dura circa 30 minuti, vengono estratti catetere e cistoscopio. Talvolta è possibile eseguire l’ureteropielografia per via transcutanea (attraverso la pelle), pungendo direttamente le cavità renali sotto controllo ecografico, radioscopico o tomografico.
Risultati ed effetti secondari
È possibile conoscere i risultati già nel corso dell’esame. Il rischio principale dell’ureteropielografia retrograda è l’infezione. Per questo motivo viene praticata in condizioni di asepsi rigorosa (ambiente sterile) e in aggiunta si prescrive in genere un trattamento con antibiotici.
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