Tricomoniasi
Malattia parassitaria dovuta a un protozoo (organismo unicellulare) denominato Trichomonas vaginalis.
La tricomoniasi urogenitale è un’affezione frequente, che colpisce per lo più le donne tra i 16 e i 35 anni. Si trasmette soprattutto, ma non soltanto, per via sessuale, poiché il parassita può sopravvivere varie ore in un ambiente umido e alcalino, che ne favorisce la proliferazione.
Sintomi e segni
Nell’uomo, la tricomoniasi causa un’uretrite, che si manifesta con perdite mattutine, arrossamento e gonfiore intorno all’orifizio dell’uretra, arrossamento del solco balanoprepuziale (alla base del glande) e lievi sintomi urinari.
Nella donna, la malattia si manifesta con una vulvovaginite acuta (infiammazione della vulva e della vagina), perdite (leucorrea) abbondanti, giallo-verdastre e maleodoranti, che causano arrossamento e forte prurito. Si associa spesso un coinvolgimento urinario: fastidio (disuria) e bruciori durante la minzione, minzioni troppo frequenti (pollachiuria). Talvolta i sintomi sono più discreti: bruciori e prurito leggeri, dolore durante i rapporti sessuali.
Sia nell’uomo sia nella donna la malattia può non dar luogo ad alcun sintomo, ma non per questo è meno contagiosa.
Diagnosi
Si basa sull’osservazione del parassita dalle secrezioni vaginali o uretrali.
Trattamento e prevenzione
Il trattamento consiste nell’assunzione di antibiotici imidazolici, per 7 giorni o per 1 solo giorno (terapia d’urto). È prudente non prescrivere questi farmaci nei primi 3 mesi di gravidanza. Occorre trattare nel contempo il partner sessuale, anche se non presenta alcun sintomo, in modo da prevenire qualsiasi recidiva. Si raccomanda di verificare, mediante esami sierologici, l’assenza di altre malattie sessualmente trasmesse. La prevenzione del contagio si basa sull’impiego del preservativo durante i rapporti sino alla fine del trattamento.
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