Disturbi delSonno
Qualunque alterazione della durata o della qualità del sonno. Questi disturbi si classificano in tre categorie: insonnia (sonno insufficiente), ipersonnia (eccesso di sonno), parasonnia (comportamento anomalo durante il sonno); alcuni disturbi del sonno sono peculiari dei bambini.
InsonniaPer stabilire se il paziente soffre di insonnia non ci si basa sulla durata del sonno, molto variabile da un soggetto all’altro, ma si preferisce tenere conto di un cambiamento recente di questo parametro e dei sintomi soggettivi (stanchezza al risveglio, impressione di aver dormito male).
Tipi di insonnia
L’insonnia transitoria dura da qualche giorno ad alcune settimane ed è legata a circostanze o a un evento esterno ben precisi: stress, tensione emotiva, delusione professionale, dolore fisico ecc.
L’insonnia cronica riunisce un gran numero di disturbi: difficoltà ad addormentarsi, spesso legata all’ansia; risvegli notturni frequenti, che sono sovente associati a depressione se si verificano nella seconda metà della notte e se il soggetto si riaddormenta a fatica o non riesce più a riprendere sonno.
L’insonnia completa è rara al di fuori delle patologie psichiatriche gravi (mania, melanconia, confusione mentale, demenza). Esistono anche forme di insonnia mascherate, nel corso delle quali il sonno sembra normale mentre in realtà è turbato da risvegli e incubi.
Trattamento
Comprende misure piuttosto semplici: coricarsi solo quando si ha sonno, astenersi dalla stimolazione intellettuale o emotiva (lettura, film violenti) 30-60 minuti prima di andare a letto, alzarsi, invece di rimanere sdraiati, e fare qualcosa di poco impegnativo quando il sonno tarda a venire, evitare pasti troppo ricchi alla sera ecc. I farmaci (ipnotici o ansiolitici) possono essere di aiuto, ma è preferibile assumerli a cicli brevi (4 settimane al massimo): se non si rispettano le precauzioni d’uso, possono dare sonnolenza al mattino, assuefazione (si rendono necessarie dosi sempre maggiori) o dipendenza (il malato non riesce a dormire se non fa ricorso ai farmaci). Spesso quindi la loro prescrizione è soggetta a limitazioni.
Ipersonnia L’ipersonnia può essere di origine psicologica (ansia, depressione) o imputabile all’assunzione di ansiolitici, a una malattia neurologica (sclerosi multipla, tumore intracranico), un trauma cranico, un’intossicazione o un’infezione. La sonnolenza semplice ne è la forma più comune.
La narcolessia è caratterizzata dall’insorgenza di improvvisi accessi di sonno durante la giornata e da brusche cadute per perdita del tono muscolare (cataplessia).
Trattamento
A parte il trattamento di un’eventuale malattia causale, le possibilità terapeutiche sono piuttosto limitate: talvolta sono indicati gli antidepressivi o le anfetamine. Da qualche anno è in commercio una nuova molecola, il modafinil, che non solo è meglio tollerata rispetto ad altre sostanze ed efficace in un numero maggiore di casi, ma non comporta effetti secondari psichici o cardiovascolari.
Parasonnia Il sonnambulismo, la forma più frequente di parasonnia, si osserva principalmente nei bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni. Il suo meccanismo non è del tutto chiaro; spesso persiste per molti anni e in genere sparisce spontaneamente, anche se può ripresentarsi nell’adulto in coincidenza con periodi di particolare tensione emotiva. Le sue manifestazioni consistono in un “risveglio” apparente, nelle prime ore della notte, seguito da una serie di comportamenti anche complessi: il soggetto può lavarsi, vestirsi, camminare, aprire porte per poi tornare a letto nel giro di qualche minuto. È difficile e inutile cercare di svegliarlo.
Trattamento e prevenzione
Il sonnambulismo è un disturbo per lo più benigno, che non richiede un trattamento farmacologico se non in rari casi. Di primaria importanza è prevenire eventuali incidenti, creando intorno al sonnambulo un ambiente esente da rischi (finestre o porte aperte, scale, oggetti pericolosi).
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