Riproduzione asessuata -Clonazione terapeutica
A differenza della clonazione a scopo riproduttivo, nella clonazione a scopo terapeutico gli embrioni ottenuti mediante la tecnica SCNT vengono utilizzati per la produzione di cellule staminali, le quali vengono prelevate dall’embrione dopo 5 giorni dalla prima divisione e possono essere coltivate e utilizzate in ambito di ricerca.
Lo studio delle cellule staminali trova diverse applicazioni nell’ambito della ricerca medica. Tra i meccanismi che è possibile studiare riveste una fondamentale importanza la differenziazione cellulare, dal momento che una maggiore comprensione della sua regolazione potrebbe fornire informazioni utili alla ricerca sul cancro, sui difetti congeniti dello sviluppo e sulle malattie degenerative. Un’altro ambito di applicazione della ricerca sulle cellule staminali è la sperimentazione farmacologica su linee cellulari differenziate a partire da cellule pluripotenti. Quello che però potrebbe rivelarsi il più importante risultato ottenuto dalle cellule staminali è la possibilità di sfruttarne la capacità di differenziazione per rimpiazzare organi o tessuti danneggiati. In questo caso, il vantaggio della clonazione sarebbe duplice. Da un lato eliminerebbe la necessità di un donatore d’organo, dall’altro i tessuti generati dalle cellule staminali ottenute per clonazione di una cellula somatica del soggetto da trattare potrebbero presentare un ridotto rischio di rigetto dal momento che possiedono il medesimo corredo genetico.
Così come per la clonazione umana a scopo riproduttivo, anche la clonazione terapeutica solleva numerose questioni di tipo etico e legale. È inoltre importante ricordare che la conoscenza dei meccanismi biologici alla base e delle tecnologie necessarie al corretto svolgimento della clonazione terapeutica sono ancora in una fase molto precoce.
[G.C.C, A.A., B.P.]
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