Riproduzione asessuata -Clonazione riproduttiva
La possibilità di generare individui geneticamente identici, ovvero dei cloni, ha da sempre attratto l’interesse dei ricercatori sotto molteplici punti di vista. Inoltre, tecniche di clonazione quale l’innesto vengono utilizzate in agricoltura fin dall’antichità per la selezione e la propagazione di specifiche varietà di piante coltivabili quali la vite. Solo in tempi recenti le tecniche di biologia molecolare hanno tuttavia permesso di estendere la clonazione riproduttiva a specie animali.
I primi studi che hanno posto le basi per la clonazione (vedi Cenni storici) risalgono a circa 70 anni fa, con gli esperimenti di Hans Spemann nel 1938, ripresi successivamente da Briggs e King nel 1952. In questi primi studi effettuati sugli anfibi, l’interesse dei ricercatori era volto a comprendere se il nucleo di cellule differenziate di individui adulti conservasse, dopo il differenziamento, la capacità di dare origine a tutti i tipi cellulari presenti in un organismo adulto (totipotenza) al pari della prima cellula di un individuo ovvero lo zigote. Quello che ricercatori come Spemann, Briggs e King poterono osservare è che durante lo sviluppo si assiste ad una riduzione progressiva della totipotenza. Gurdon dimostrò tuttavia che è possibile revertire tale riduzione: trapiantando nuclei di cellule cutanee dell’anfibio anuro Xenopus laevis in oociti enucleati della stessa specie, riuscì ad ottenere girini vitali, anche se questi non si differenziarono mai in individui adulti. Questi esperimenti permisero quindi di concludere che il nucleo di cellule animali adulte può essere ri-programmato per dare origine a tutti i tipi cellulari di un organismo: non si tratta tuttavia di un risultato facilmente ottenibile nemmeno in specie animali relativamente semplici quali gli anfibi. Quando si tentò di applicare queste nozioni ai mammiferi, si osservò che gli embrioni ottenuti mediante il trapianto del nucleo di cellule differenziate in oociti enucleati non riuscivano a progredire oltre poche divisioni cellulari. Questi risultati indussero gli scienziati a concludere che la clonazione dei mammiferi a partire da cellule adulte fosse impossibile e tale visione rimase immutata fino al 1996.
Cerca in Medicina A-Z