Rettocolite emorragica
Infiammazione cronica della mucosa di colon e retto, di origine sconosciuta, caratterizzata dall’emissione di muco e sangue. Si tratta di una patologia che colpisce soprattutto le donne giovani ed è spesso associata a spondiloartropatia (malattia infiammatoria cronica ai danni delle articolazioni vertebrali).
Sintomi e segni
Il sintomo principale è la comparsa di frequenti emissioni rettali di muco e sangue, spesso accompagnate da dolori addominali, problemi del transito digestivo, febbre e alterazione dello stato generale. In rari casi si osservano manifestazioni extradigestive, in particolare eruzioni cutanee e uveite (infiammazione oculare della coroide, dell’iride e del corpo ciliare). La spondiloartropatia colpisce le grandi articolazioni degli arti, le articolazioni sacroiliache e il rachide.
Diagnosi e valutazione
All’esame radiologico, l’alterazione dell’immagine del colon (bordi indistinti, riduzione del volume interno, scomparsa delle pieghe) induce in genere a sospettare la malattia. L’indagine diretta del retto e del colon mediante colonscopia (introduzione di un tubo munito di un sistema ottico) permette di apprezzare un danno diffuso, emorragico o congestizio, a carico della mucosa rettale; la regione colica colpita può essere posta più o meno in alto e non si osservano zone sane. La colonscopia permette di valutare l’estensione delle lesioni e di prelevare campioni di tessuto.
La malattia evolve a ondate sempre più gravi e ravvicinate. Dopo una lunga evoluzione (10 anni) sussiste il rischio che le lesioni degenerino in cancro del colon; di conseguenza è necessario procedere a un esame clinico ed endoscopico annuale. Le complicanze sono rappresentate da emorragie digestive, perforazioni del colon e colectasia (dilatazione gassosa del colon). Queste ultime due complicanze richiedono un trattamento chirurgico d’urgenza.
Trattamento
Il trattamento farmacologico è complesso. Durante la fase attiva della malattia, si basa su una breve antibioticoterapia, seguita dalla prescrizione di antinfiammatori (aminosalicilati o corticosteroidi). Se la crisi è severa, si prescrive anche un regime alimentare senza residui (con esclusione soprattutto delle fibre).
Durante la fase non acuta, è possibile prevenire le recidive con un trattamento di base, senza che si debbano adottare particolari misure dietetiche. Se tale approccio non ha successo, si fa ricorso a immunosoppressori o all’intervento chirurgico, indicato nelle complicanze gravi o acute (colectasia, perforazione), nelle forme severe resistenti al trattamento medico e nelle degenerazioni maligne. Il trattamento può comportare l’ablazione completa del colon e, se necessario, del retto.
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