Morso di animale -Tipi di morso
Morsi di cane La forza esercitata dai denti di un cane adulto è di circa 200 psi, sufficiente quindi a perforare una lamina di metallo; i suoi denti non sono però particolarmente taglienti e di conseguenza la ferita è spesso ampia, relativamente poco profonda, superficiale. Da ciò consegue che le strutture maggiormente danneggiate dal morso sono di solito la cute e i muscoli, più raramente tendini, nervi, articolazioni e ossa. Le ferite sono spesso di tipo contusivo con ematomi ed ecchimosi, senza grosse brecce cutanee.
Negli adulti la maggior parte dei morsi di cane interessa le estremità, mentre nei bambini sono più frequenti gli attacchi al volto, al capo e al collo; i morsi che determinano le lesioni più gravi sono quelli nei bambini di età inferiore ai 10 anni.
La probabilità che un morso di cane veicoli un’infezione è compresa tra il 5 e il 10%: i morsi alle mani sono quelli che si complicano più frequentemente con un’infezione, in quanto queste parti del corpo non sono molto ricche di vasi sanguigni e inoltre la presenza di spazi tra le fasciali e intorno ai tendini permette all’infezione, anche se inizialmente localizzata, di diffondersi poi all’intera mano; meno a rischio di complicanze infettive risultano invece i morsi alla testa e al collo.
Morsi di gatto Tipicamente un morso di gatto è una ferita “da punta”, anche se possono comunque sussistere abrasioni, lacerazioni o talvolta asportazioni di tratti di pelle: i gatti hanno infatti denti lunghi e appuntiti che possono penetrare i tendini, le articolazioni e le ossa, permettendo ai batteri di diffondere in questi tessuti; inoltre le ferite da punta (caratterizzate da una lesione superficialmente molto piccola ma con un tragitto sottile e profondo) sono per il medico difficili da esplorare, da disinfettare e comunque da medicare opportunamente. La maggior parte dei morsi di gatto si verificano alle mani, quindi la percentuale di infezioni è particolarmente elevata.
Morsi di roditore Sono spesso piccole ferite da punta, con un rischio di infezione della ferita compreso fra il 2 ed il 10%; i soggetti più frequentemente colpiti sono i lavoratori dei laboratori, mentre nei bambini in condizioni di indigenza i morsi si verificano spesso durante il sonno. I morsi dei roditori possono essere veicolo di molte malattie, per esempio la leptospitosi, la tularemia e il tifo.
Morsi di serpente Nelle zone collinari e boschive non è raro imbattersi in serpenti, che in Italia possono appartenere al genere dei Viperidi (nelle 4 specie Aspis, Ursini, Berus, Ammodites, che hanno morso velenoso e potenzialmente mortale) e dei Colubridi (bisce, che invece sono innocue).
Esistono 17 specie di Colubridi, ma i più diffusi sono il biacco, il saettone e la biscia dal collare: gli esemplari di tutte e tre le specie sono lunghi oltre 1 m, hanno testa ovale e poco distinta dal corpo e occhi rotondi; possono mordere per difendersi.
I segni locali conseguenti al morso di vipera sono dolore acuto, gonfiore, colorito cianotico-bluastro e tendenza all’estensione dell’area lesa; più tardi (generalmente non prima di un paio di ore nel caso in cui il morso interessi gli arti) possono comparire nausea, vomito, febbre e malessere generalizzato.
Nell’immediato possono essere visibili sulla pelle i due fori dei denti veleniferi, distanziati tra loro di 1cm, che nel caso in cui si sviluppi un importante gonfiore locale diventano in poco tempo invisibili.
La vipera è un serpente lungo circa 40-80 cm, di colore grigio-marrone o talora rossastro o giallastro, con una striscia a zig-zag sul dorso; la testa è triangolare ed è più larga del corpo, l’occhio è a fessura verticale, la coda finisce bruscamente dopo il corpo cilindrico.
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