Ischemia transitoria
Stato di sofferenza neurologica localizzata, di durata inferiore alle 24 ore, provocato dall’interruzione o dalla diminuzione della circolazione sanguigna nell’arteria che irrora il cervello o la retina; viene detto anche attacco ischemico transitorio.
Cause
L’ischemia transitoria è generalmente causata da un trombo (coagulo formatosi in un’arteria), un embolo (corpo estraneo, in genere un trombo che, trasportato dalla circolazione, va a ostruire un’arteria) o una stenosi arteriosa favorita dall’aterosclerosi (ispessimento del rivestimento interno della parete arteriosa). Si tratta di un fenomeno passeggero, che nella maggior parte dei casi dura soltanto qualche minuto e scompare completamente nel giro di 24 ore. Qualunque manifestazione ischemica che si prolunghi oltre le 24 ore viene classificata come accidente vascolare cerebrale (ictus).
Sintomi e diagnosi
I sintomi dell’ischemia transitoria insorgono all’improvviso e sono molto variabili: perdita della vista da un occhio, paralisi o intorpidimento di una metà del corpo, afasia (disturbo del linguaggio) e così via.
La diagnosi è resa possibile essenzialmente dall’esame clinico del paziente. La TC cerebrale permette di eliminare ogni sospetto di tumore cerebrale o ematoma sottodurale (versamento di sangue sotto la dura madre). L’ischemia transitoria può preannunciare un ictus. Occorre quindi procedere alla valutazione delle cause sospettate, in particolare ricercare un’aterosclerosi mediante eco-Doppler dei vasi encefalici o arteriografia. Si può inoltre prescrivere un esame cardiovascolare, alla ricerca di un’eventuale cardiopatia che possa essere all’origine di embolie (anomalie del ritmo, lesione della valvola mitrale, trombo nella cavità cardiaca).
Trattamento e prevenzione
Il trattamento ha lo scopo di prevenire l’ictus, che può manifestarsi nei 5 anni successivi a un’ischemia transitoria nel 25-35% dei soggetti colpiti. Consiste nel trattamento o monitoraggio di ipertensione arteriosa, diabete, ipercolesterolemia, e nell’eliminazione del consumo di tabacco. La somministrazione di farmaci anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici (acido acetilsalicilico) si è dimostrata efficace.
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