Glaucoma -Diagnosi
Come si è già avuto modo di dire, l’aumento della pressione all’interno dell’occhio è il maggiore fattore di rischio per lo sviluppo del glaucoma, ma il suo riscontro non è sufficiente, da solo, per fare diagnosi di glaucoma: lo specialista quindi, prima di pronunciarsi in merito, effettua diverse e specifiche valutazioni che comprendono il controllo della pressione oculare (tonometria), il controllo oftalmoscopico della papilla ottica e l’analisi dell’ampiezza del campo visivo (campimetria, che oggi viene eseguita mediante apparecchiature computerizzate).
Tonometria Alla registrazione di una singola misurazione tonometrica è da preferirsi l’esecuzione di una “curva monometrica” diurna.
Questo valore indica le fluttuazioni della pressione intraoculare nel corso delle 24 ore, variabili quanto a intervallo e momento in cui si verificano oltre che influenzate dall’età o altre patologie concomitanti; sono presenti in tutti i soggetti, tuttavia variazioni superiori ai 5 mmHg vanno considerate patologiche anche all’interno di valori considerati “nei limiti della norma”. È importante poi correlare sempre il valore tonometrico misurato allo spessore corneale di quel determinato occhio, in quanto un aumento dello spessore corneale è associato a maggiore rigidità e quindi a una sovrastima della pressione intraoculare reale; viceversa, con uno spessore corneale ridotto si tende a sottostimare il valore pressorio reale.
Valutazione oftalmoscopica della papilla La più evidente alterazione anatomica provocata dal glaucoma è la modificazione della testa del nervo ottico (papilla) che, una volta instauratasi, persiste anche qualora ne venga rimossa la causa scatenante. È assai arduo porre diagnosi di glaucoma sulla base della sola osservazione della papilla, poiché le modalità di “innesto” del nervo ottico normale a livello del guscio sclerale (al polo posteriore) sono così varie che difficilmente è possibile avere una certezza diagnostica (a meno che non si sia in presenza di un danno già molto avanzato). La valutazione della papilla può essere effettuata mediante osservazione diretta (oftalmoscopica), con eventuale registrazione e archiviazione fotografica della stessa, oppure mediante uno studio tridimensionale che, con l’ausilio di strumentazione computerizzata, consenta di valutare anche l’eventuale perdita di fibre nervose a questo livello ed evidenziarne alterazioni pre-cliniche.
In ogni caso, il modo migliore per procedere a una valutazione funzionale del nervo ottico è l’esecuzione di un campo visivo manuale, o meglio computerizzato.
Il campo visivo dei soggetti affetti da glaucoma va incontro a un deterioramento progressivo, con la comparsa di “aree cieche” (scotomi) pericentrali, salti nasali, restringimento concentrico delle isoptere. Sfortunatamente, nel momento in cui vengono individuate queste alterazioni della perimetria del campo visivo, il danno al nervo ottico si è già verificato, con una perdita delle fibre nervose che in media è già del 40%.
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