Gastrectomia
Ablazione chirurgica parziale o totale dello stomaco.
Gastrectomia totale È indicata in generale per il cancro a uno stadio avanzato (quella parziale per il cancro a uno stadio precedente) e per ulcera resistente ai farmaci. In seguito alla gastrectomia totale il chirurgo ristabilisce la continuità digestiva, abboccando l’esofago al digiuno (seconda parte dell’intestino tenue), in modo che gli alimenti passino direttamente nell’intestino.
Gastrectomia parziale Detta operazione di Péan, di Polya o di Finsterer, a seconda delle varianti, consiste nell’asportare unicamente l’antro gastrico, oppure i due terzi o i quattro quinti inferiori dello stomaco. Dopo aver ristretto la porzione gastrica destinata al collegamento, per evitare uno svuotamento troppo rapido dello stomaco (dumping syndrome), il chirurgo realizza un’anastomosi tra la parte restante dell’organo e il duodeno (prima parte dell’intestino tenue) o un’ansa del digiuno. Nel trattamento chirurgico delle ulcere, divenuto molto raro grazie ai farmaci attualmente disponibili, la gastrectomia dei due terzi dell’organo ha ceduto il posto a un’altra tecnica chirurgica, la gastrectomia limitata all’antro, associata alla sezione dei nervi pneumogastrici (vagotomia tronculare). In presenza di cancro, la gastrectomia si accompagna al curettage dei linfonodi (celiaci, splenici, epatici). Talvolta l’intervento viene esteso agli organi vicini (milza e parte distale del pancreas).
Dal momento che la gastrectomia toglie definitivamente allo stomaco la sua funzione di serbatoio, per ovviare a questo problema il paziente deve attenersi a un regime dietetico adatto (frazionamento dei pasti). Poiché lo stomaco interviene nell’assorbimento intestinale della vitamina B12, chi ha subito l’intervento deve assumere per tutta la vita un supplemento di questa vitamina. Alla gastrectomia fa seguito di solito un dimagrimento. La prognosi globale dipende soprattutto dalla malattia d’origine.
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