Embolia gassosa
Migrazione di bolle di gas nei vasi sanguigni, che le trasportano al cervello.
Cause
L’embolia gassosa, abbastanza rara, può essere provocata dall’irruzione accidentale di aria in un vaso nel corso di un intervento (cardiochirurgia, chirurgia polmonare, neurochirurgia), di una procedura relativa al circuito sanguigno (trasfusione importante, circolazione extracorporea) o ancora in occasione di alcuni atti diagnostici o terapeutici (angiografia, celioscopia, laparoscopia). Un caso particolare di embolia gassosa è riconducibile alla formazione di bolle di gas nei vasi sanguigni in seguito a decompressione troppo brusca (incidenti di immersione, malattia dei cassoni).
Sintomi e segni
L’embolia gassosa dà luogo ad alterazioni neurologiche improvvise (convulsioni, coma, deficit motorio, disturbi visivi) fonti di possibili conseguenze, e a problemi cardiovascolari quali collasso, arresto cardiocircolatorio, disturbi del ritmo cardiaco o segni d’insufficienza coronarica.
Trattamento
Il trattamento, che va posto in opera d’urgenza, si basa sulla rianimazione cardiorespiratoria, accompagnata dal ripristino di una pressione arteriosa normale e da ventilazione con ossigeno puro, oltre che sul controllo delle convulsioni. L’ossigenoterapia iperbarica (metodo che permette di aumentare la quantità di ossigeno destinata ai tessuti, somministrandolo a una pressione superiore a quella atmosferica), effettuata di solito in un centro specializzato, rappresenta il trattamento più appropriato per l’embolia gassosa.
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