Cutireazione
Test di reazione infiammatoria cutanea consistente nell’introduzione nell’organismo, mediante scarificazione, di una tossina o un prodotto ai quali il soggetto può essere stato sensibilizzato. In passato la cutireazione era molto praticata per saggiare la reazione del soggetto alla tubercolina o, in allergologia, per studiare le dermatiti da contatto. La cutireazione di Von Pirquet, messa a punto nel 1907 dal medico austriaco Clemens Von Pirquet, permette di valutare il grado di sensibilità di un individuo alla tubercolina. La pelle scarificata con uno stilo, in genere sulla faccia interna del braccio, viene posta in contatto con un preparato di tubercolina o del suo derivato proteico purificato (tubercolina PPD). In alternativa allo stilo si può utilizzare uno strumento che effettua punture multiple, i cui aghi sono stati intinti nella tubercolina, oppure effettuare una percutireazione mediante un cerotto che rilascia la tubercolina a contatto con la pelle. Il risultato del test è negativo se non è visibile alcuna reazione, o se questa consiste in un lieve arrossamento. Indica che il soggetto non è mai venuto in contatto con il bacillo tubercolare e che un’eventuale vaccinazione non ha determinato immunizzazione. Reazioni negative possono però incontrarsi anche in soggetti colpiti da un’altra affezione che comporta una perdita transitoria dell’immunità, come la sarcoidosi, il morbo di Hodgkin o alcune malattie virali in fase acuta. Il risultato del test è positivo se 2-3 giorni dopo si osserva un arrossamento o un indurimento di almeno 2 mm, le cui dimensioni aumentano regolarmente. Tale risposta significa che il soggetto durante la sua vita è venuto in contatto con il bacillo tubercolare, sotto forma di infezione primaria naturale o di vaccinazione con BCG. La cutireazione non è molto indicata per la quantificazione della reazione cutanea e per studi epidemiologici. A tal scopo si preferisce fare ricorso all’intradermoreazione di Mantoux, unico metodo di riferimento per uno studio preciso dell’ipersensibilità alla tubercolina. Nei bambini, si utilizza soprattutto il cerotto.
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