Intradermoreazione
Iniezione intradermica di una sostanza, in piccola quantità, per studiare il grado di sensibilità a essa che presenta il soggetto che la riceve.
L’intradermoreazione alla tubercolina, messa a punto da Charles Mantoux negli anni quaranta del secolo scorso, è quella di più frequente impiego. Consistente in un test di sensibilizzazione al bacillo di Koch (agente della tubercolosi), grazie alla maggiore precisione ha sostituito la cutireazione praticata in passato (mediante scarificazione). L’intradermoreazione di Mantoux consiste nell’iniettare per via intradermica 0,1 ml di tubercolina sulla faccia anteriore dell’avambraccio (nel prolungamento del palmo della mano). Nel soggetto non sensibilizzato, che cioè non è mai venuto in contatto con il bacillo di Koch o in cui la vaccinazione non è stata efficace, non si osserva alcuna reazione nei giorni successivi all’iniezione.
Al contrario, nell’individuo sensibilizzato compariranno, dopo circa 10 ore, un arrossamento e un gonfiore dell’epidermide nel punto di iniezione. La lettura del test avviene dopo 2-3 giorni dall’iniezione.
L’intensità della reazione viene valutata misurando il diametro di queste manifestazioni cutanee: il test è considerato positivo se la loro estensione è superiore ai 6 mm. In individui particolarmente sensibili, la lesione può evolvere in una piccola ulcera cutanea.
Questa procedura permette anche di stabilire il grado di immunità di un paziente verso vari agenti infettivi utilizzando antigeni diversi (difterico, streptococcico). L’intradermoreazione di Kveim, utilizzata in passato per la diagnosi della sarcoidosi, è oggi caduta in disuso.
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