Colecistectomia
Ablazione della colecisti.
Indicazioni
La colecistectomia è indicata generalmente in caso di litiasi (calcoli) della colecisti, se dà sintomi dolorosi.
Infatti, in assenza di trattamento chirurgico, i calcoli possono complicarsi all’improvviso, dando luogo a colecistite (infiammazione della colecisti), piocolecisti (infezione suppurante) o colica epatica (dolore acuto provocato dalla migrazione di un calcolo nel dotto coledoco, che fa affluire la bile all’intestino), cui talvolta fanno seguito ittero o pancreatite (infiammazione del pancreas).
Tecniche
Esistono due tecniche di asportazione della colecisti. L’ablazione per videoendoscopia è oggi la più comune. Dopo aver ottenuto la distensione della cavità addominale con iniezione di anidride carbonica per mezzo di un ago sottile, si procede a introdurre, attraverso un trequarti di 3-5 mm, un tubo ottico collegato a una telecamera e a un monitor. La colecisti viene estratta con un trequarti, previa puntura del suo contenuto. La durata del ricovero è di 1-2 giorni.
Quando la colecistectomia per videoendoscopia viene ritenuta impraticabile o troppo rischiosa, si procede alla cosiddetta colecistectomia a cielo aperto, che richiede un’incisione della parete addominale, in genere a destra, a livello sottocostale. Considerata l’entità del trauma operatorio, il decorso postoperatorio è meno buono e il ricovero in ospedale può durare 4-8 giorni. L’incidente principale che può insorgere nel corso di una colecistectomia, indipendentemente dalla tecnica impiegata, è una lesione del dotto coledoco.
In un intervento in videoendoscopia questo rischio è equivalente o superiore a quello che si corre durante un’ablazione a cielo aperto.
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