Androgeno
Ciascuno degli ormoni steroidei maschili secreti da testicoli, ovaio (nelle femmine) e ghiandole surrenali. Il testosterone è il più attivo tra gli androgeni; nei maschi è 20 volte superiore che nelle femmine, e la sua presenza è massima dall’età puberale fino a circa i 30 anni. Il testosterone è trasformato, in particolare negli uomini, in diidrotestosterone, ormone specificamente attivo su determinati tessuti (prostata e organi genitali esterni). Può anche trasformarsi in estradiolo, ormone indispensabile ai due sessi per lo sviluppo e il mantenimento del tessuto osseo.
Gli altri androgeni, il d-4-androstenedione, il deidroepiandrosterone (o DHEA) e il solfato di deidroepiandrostenedione (o SDHA) sono assai meno potenti. Un’eccessiva secrezione di tali ormoni da parte delle ghiandole surrenali o dell’ovaio comporta, nelle donne, irsutismo (sviluppo eccessivo di peli) e altre manifestazioni di virilismo.
Nei bambini maschi, la produzione eccessiva di questi ormoni è associata a un precoce sviluppo puberale.
Impieghi terapeutici
Androgeni naturali o di sintesi sono impiegati nel trattamento delle insufficienze della funzionalità testicolare, degli stati di denutrizione gravi, delle aplasie midollari (scomparsa delle cellule di formazione del sangue nel midollo spinale).
Gli androgeni di sintesi si distinguono in virilizzanti e non virilizzanti. I primi sono controindicati per i soggetti di sesso maschile affetti da cancro della prostata e per le donne in età fertile, poiché possono dar luogo a effetti indesiderati quali virilismo e alterazioni del ciclo mestruale, pubertà precoce nei bambini, edema, acne nel feto, mascolinizzazione del feto di sesso femminile. Gli androgeni di sintesi possono essere somministrati per via orale, percutanea o parenterale.
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