Aerobio
1. Detto di microrganismi che si moltiplicano in presenza di ossigeno. Si distinguono tre specie aerobie:
- le specie aerobie strette, che hanno come principale fonte di energia la respirazione e che si moltiplicano soltanto in presenza di una percentuale di ossigeno almeno uguale a quella dell’aria (Neisseria, Pseudomonas, micobatteri, funghi);
- le specie microaerofile, che si sviluppano quasi esclusivamente in un ambiente in cui la proporzione di ossigeno è inferiore a quella dell’aria (Campylobacter);
- i germi aero-anaerobi facoltativi, in grado di colonizzare o infettare l’uomo, e che si moltiplicano in presenza o in assenza di aria. La loro energia proviene sostanzialmente da reazioni di fermentazione.
2. Detto dell’insieme delle reazioni chimiche di un organismo che si producono in presenza di ossigeno. Scopo di tali reazioni è la respirazione cellulare, indispensabile per l’esercizio muscolare prolungato; consiste nell’ossidazione dei composti carboniosi delle cellule, con formazione di anidride carbonica. Durante l’attività muscolare, l’avvio del processo aerobio non è immediato, ma fa seguito alla fase “anaerobia”, nella quale la degradazione del glucosio è incompleta e l’energia prodotta è scarsa. Il processo aerobio comincia 3 minuti dopo l’inizio dell’attività, e può protrarsi per tutta la sua durata se le cellule sono correttamente ossigenate dalla respirazione. In presenza di un’attività molto intensa, l’organismo deve produrre energia in modo complementare, mediante un processo anaerobio. Viene allora secreto acido lattico che, se si accumula nei muscoli, causa dolorosi crampi. Le attività cosiddette aerobiche sono caratterizzate da sforzi regolari e di lunga durata (jogging, ciclismo, sci di fondo).
Cerca in Medicina A-Z