Sostanza anticoagulante naturale presente in tutti i tessuti dell’organismo e utilizzata nel trattamento delle trombosi. Per un uso terapeutico, l’eparina standard, non frazionata, viene estratta dai polmoni e dall’intestino di bue o maiale. Le eparine cosiddette di basso peso molecolare contengono solo una particolare frazione dell’eparina naturale. Dal momento che la loro attività biologica è più prevedibile di quella dell’eparina, soprattutto per quanto riguarda la durata d’azione (maggiore), queste molecole si prestano alla somministrazione regolare, a dosi fisse, una o due volte al giorno, per via sottocutanea. L’eparina è indicata, per la sua azione molto rapida, nella trombosi (formazione di coaguli nei vasi sanguigni) sia a basse dosi e per via sottocutanea, allo scopo di prevenire una flebite (per esempio, nei pazienti costretti a letto), sia a dosi più elevate per via sottocutanea o endovenosa, quando la trombosi è già in atto. È controindicata quando il paziente è soggetto a emorragie (malattia della coagulazione) o è allergico a questa sostanza.
L’associazione con farmaci dotati a loro volta di un effetto anticoagulante (acido acetilsalicilico, antinfiammatori, antivitamina K) richiede particolari precauzioni.
Possono presentarsi alcuni effetti indesiderati: sanguinamento, trombocitopenia (brusca diminuzione delle piastrine ematiche), osteoporosi (fragilità ossea con rischio di fratture spontanee) in occasione di trattamenti prolungati.