Anomalia congenita della posizione del testicolo. Il criptorchidismo colpisce il 3-4% dei neonati a termine e il 20% dei prematuri, più spesso dal lato destro. Nel 20% dei casi è bilaterale. Questa anomalia congenita dipende dal fatto che, durante la vita intrauterina, il testicolo non è disceso compiendo il tragitto normale, dall’interno dell’addome allo scroto, ma si è fermato a un livello variabile da caso a caso, restando nell’addome o alla radice dello scroto. La causa di questo fenomeno non è ancora stata chiarita.
Diagnosi ed evoluzione
La diagnosi si basa sulla palpazione, di solito alla nascita, ma a volte più tardiva, nel corso di un esame sistematico. L’evoluzione di norma è favorevole: il testicolo scende spontaneamente in quasi la metà dei casi prima che il bambino abbia compiuto i 3 mesi, in 2 casi su 3 prima che abbia compiuto 1 anno. Il criptorchidismo si dice vero quando il testicolo, che è situato in permanenza al di fuori dello scroto, è inaccessibile alla palpazione oppure, se è palpabile, quando a un abbassamento manuale praticato dal medico fa seguito, non appena cessa la trazione, un ritorno immediato alla posizione iniziale. Il criptorchidismo vero si distingue dal testicolo oscillante, che può essere abbassato facilmente verso il fondo dello scroto e rimanervi per un periodo di tempo variabile. La prognosi è favorevole nella maggior parte dei casi, senza trattamento complementare. Tuttavia, la persistenza di un criptorchidismo vero oltre i 2 anni di età può dare origine a sterilità o a una trasformazione neoplastica del testicolo ritenuto.
Trattamento
Questa anomalia va trattata, per il rischio di complicanze, soprattutto se persiste dopo i 2 anni di età.
In un primo tempo si tenta una terapia medica per provocare la discesa del o dei testicoli, la cui percentuale di successo oscilla dal 10 al 50% ed è tanto più elevata quanto più in basso è posizionato il testicolo. Il suo fallimento impone un trattamento chirurgico con orchidopessia (abbassamento del testicolo all’interno dello scroto).