Tubercolosi -Trattamento
La malattia tubercolare richiede un trattamento chemioterapico molto lungo che può variare tra i 6 e i 12 mesi, a seconda della sede della malattia e della sua forma. È necessario che i pazienti vengano trattati con più farmaci contemporaneamente (rifampicina, isoniazide, pirazinamide, etambutolo) per ottenere una cura certa e per evitare che i batteri sviluppino una resistenza ai farmaci impiegati.
La resistenza dei micobatteri ai farmaci costituisce un vero e proprio allarme; negli ultimi anni infatti si sono diffusi ceppi di micobatteri resistenti agli antitubercolari più attivi; si parla di multiresistenti o multi-drug-resistant TB (in sigla MDR TB) quando i micobatteri sono resistenti a isoniazide e rifampicina, mentre con la sigla XDR TB (germi con multiresistenza estesa) si indicano i micobatteri resistenti a tutti gli antitubercolari maggiori. Il trattamento dei pazienti infettati con micobatteri multiresistenti è molto difficile e richiede l’impiego di particolari farmaci; inoltre questi pazienti possono essere fonte di una infezione molto pericolosa per gli altri.
In molti Paesi è necessario per questa ragione un controllo assiduo della cura mediante l’osservazione diretta dell’assunzione dei farmaci da parte dei pazienti (Directly Observed Therapy, DOT).
In qualche caso anche i pazienti con infezione latente necessitano di una cura. L’indicazione al trattamento dipende dalla possibilità che l’infezione latente si riattivi nel corso della vita; in genere una cura è indicata a coloro che hanno una reazione tubercolinica molto intensa o condizioni predisponenti alla riattivazione (per esempio immunodepressione) o sono stati esposti recentemente al micobatterio. [P.C.]
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