Infezione latente
Infezione che non produce sintomi. Una fase di latenza caratterizza tutte le infezioni al loro esordio, ovvero durante il periodo di incubazione; tale stato può prolungarsi (infezione inapparente), come avviene per esempio nell’infezione da HIV (AIDS), da Cytomegalovirus e da virus di Epstein-Barr (famiglia delle Herpetoviridae).
Questo fenomeno, cui si contrappone l’infezione acuta risolutiva (destinata a scomparire definitivamente), è caratterizzato da uno stato di infezione persistente, nel corso del quale il virus si moltiplica attivamente e vanifica le reazioni immunitarie dell’ospite, che si rivela così incapace di eliminare l’agente infettante. In tal caso si riscontrano anticorpi non neutralizzanti che, secondo alcune ipotesi, provocherebbero la formazione di immunocomplessi circolanti, fonti a loro volta di lesioni di tipo autoimmune. Ne è un esempio l’epatite B cronica attiva.
Periodi di latenza si osservano nel corso di alcune infezioni virali, in particolare herpes, oltre che nelle infezioni da varicella-zoster e papillomavirus (verruche, condilomi). Le ondate infettive apparenti (accompagnate da sintomi) sarebbero in tal caso scatenate da modificazioni locali dell’immunità.
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