Trauma cranico -La valutazione clinica del soggetto con trauma cranico
Innanzitutto occorre ricordare che il cervello è mobile all’interno del cranio, grazie alla presenza del liquido cefalorachidiano (detto anche liquor). In caso di urto violento che imprime un movimento al capo si ha un trauma da accelerazione, se invece la testa in movimento urta un oggetto immobile, il movimento della testa viene arrestato, ma non quello del cervello (trauma da decelerazione). Il tronco cerebrale è ancorato nella fossa posteriore e questo permette soltanto movimenti molto ridotti. La gravità di un trauma cranio-encefalico è correlata a numerosi fattori sia fisici (violenza del trauma, onda d’urto, natura dell’agente causale, ferite da arma da fuoco) sia anatomici (sede della lesione). A seguito di un trauma può verificarsi la frattura di un osso temporale e, conseguentemente, la lacerazione di un’arteria meningea con emorragia epidurale.
Traumi senza frattura delle ossa craniche non sono comunque da sottovalutare: possono infatti esservi una commozione e una contusione gravi senza frattura del cranio; in caso di frattura della parte ossea (la teca cranica) gran parte dell’energia di un colpo alla testa viene dissipata e quindi non è trasmessa al contenuto intracranico.
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