Profilassi a seguito di violenza sessuale
La sessualità nell’essere umano è una delle componenti che più ne impronta la personalità e la vita relazionale ed è sintesi di codificazione genetica, di educazione sociale e culturale, di vissuti personali e di influenze ambientali. Le sue manifestazioni sono molteplici; alcune, con espressività generica, sono riconducibili all’identità di genere, alla dimensione psico-emotiva e ai rapporti sociali; altre, più tipicamente afferenti alla sfera intima, sono legate all’attività sessuale e riconoscono come fine la gratificazione che deriva da sentimenti quali l’affetto e l’amore o da un bisogno biologico-relazionale, quale la ricerca del piacere e la procreazione.
Tali manifestazioni trovano un’armonica composizione nella sintesi amore-ricerca del piacere, con possibile finalità procreativa, ma sempre con la condivisione volitiva ed edonistica dell’attività sessuale da parte di entrambi i partner. Quando l’attività sessuale è praticata contro la volontà di un partner si concretizza una condizione di “violenza sessuale”. È un fenomeno sociale grave per la sua frequenza e per le pesanti inferenze psicologiche e fisiche che nelle vittime, soprattutto donne e bambini, comportano sequele che spesso le accompagnano e ne condizionano comportamenti e stili di vita per lungo tempo.
Le sequele fisiche che richiedono una valutazione sanitaria attengono a tre ambiti:
- le lesioni riportate nel corso della violenza: esiti di percosse, di traumi e della violenza dell’atto sessuale;
- il rischio di trasmissione di malattie sessualmente trasmesse (MST);
- il rischio di una gravidanza indesiderata, nelle donne fertili.
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