MESTRUAZIONI -Sindrome premestruale
La sindrome premestruale è un insieme di sintomi fisici e psicologici che precede il periodo mestruale e interessa una quota di donne in età fertile che varia, nelle diverse ricerche effettuate in merito, dal 20% al 50%, mentre solamente il 5% delle donne è colpita dalla forma più grave.
Le cause alla base della sindrome premestruale e dei sintomi che la accompagnano non sono ben note ma possono essere ricondotte alle oscillazioni dei livelli ormonali di estrogeni e progesterone durante il ciclo mestruale.
Le manifestazioni della sindrome premestruale sono caratteristiche per ogni donna. Si riscontrano più frequentemente irritabilità e tensione emotiva, cambiamento d’umore, insicurezza, crisi di pianto immotivate, manifestazioni depressive, aggressività, scarsa concentrazione, stanchezza, tensione mammaria, dolore al seno, gonfiore addominale, aumento del peso corporeo, caviglie gonfie, mal di testa o emicrania vera e propria.
La sintomatologia non è specifica, e molti sintomi sono comuni ad altre patologie. Nella sindrome premestruale i disturbi si manifestano, in modo caratteristico, 4-7 giorni prima della mestruazione, migliorando o scomparendo poi con l’inizio di questa. Non esistono test di laboratorio in grado di diagnosticare la sindrome: gli esami del sangue e delle urine sono utili per accertare che non vi siano altre cause a scatenare la sintomatologia. La diagnosi è quindi basata sul carattere ciclico, mensile, della comparsa dei sintomi, che si manifestano generalmente nella settimana precedente la mestruazione, con graduale peggioramento sino alla rapida o graduale scomparsa nel momento in cui si verifica l’evento mestruale. Più raramente il periodo critico può estendersi e i disturbi possono apparire sin dalla metà del ciclo, fino ai primi giorni dopo la mestruazione. Per aiutare il medico a fare la diagnosi, può essere utile tenere per qualche mese un diario dei sintomi e della loro gravità, registrando le date delle mestruazioni.
Spesso la sintomatologia non è così grave da richiedere un trattamento specifico: in tal caso è la paziente stessa che la combatte efficacemente. Per alcune donne, invece, la sindrome premestruale arriva a influire sul lavoro, la vita quotidiana e le relazioni sociali: in queste circostanze è utile un approccio terapeutico mirato. Le pazienti con sintomatologia riferibile a sindrome premestruale dovrebbero inizialmente rivolgersi al medico di famiglia o a un consultorio familiare; casi gravi o difficili, per i quali le cure più semplici non si sono rivelate efficaci, potranno essere successivamente valutati dal ginecologo o, in casi specifici, da uno psichiatra esperto nel trattamento della sindrome. La terapia terrà conto della natura e della gravità dei sintomi. In molti casi un semplice cambiamento nella dieta e nello stile di vita, la riduzione del consumo di alcol e di caffeina, oltre che delle sigarette, renderanno i sintomi premestruali più sopportabili.
I farmaci utilizzati nel trattamento della sindrome premestruale hanno differenti meccanismi d’azione e varia efficacia. Sono stati impiegati la vitamina B6 (piridossina, utilizzata come farmaco sintomatico nel trattamento dei disturbi legati alla sfera emotiva, in dosi da 300-500 mg al giorno), i diuretici (per il trattamento delle caviglie gonfie), gli antidepressivi (classe farmacologica molto sfruttata, tra cui si predilige la fluoxetina perché presenta una notevole efficacia nel trattamento delle manifestazioni di depressione, irritabilità e variabilità dell’umore) e inoltre la pillola contraccettiva o il progesterone da solo (i quali esplicano la loro azione bloccando le vie ormonali responsabili del dolore e dei sintomi che precedono la mestruazione). [S.S.]
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