GOTTA E IPERURICEMIE
Con il termine gotta si indica un gruppo eterogeneo di quadri clinici caratterizzato dalla deposizione, all’interno delle articolazioni o dei tendini, di cristalli di un sale (urato monosodico) che deriva dall’acido urico. Si tratta di una situazione morbosa nota sin dall’antichità, come testimoniano i ben noti aforismi di Ippocrate che, già nel V secolo a.C., ne delineavano alcune caratteristiche: «gli eunuchi non ammalano di gotta, la donna non ammala di gotta prima della menopausa […] i giovani non ammalano di gotta prima della maturità sessuale». Si può notare come tali asserzioni mettessero bene in evidenza lo stretto legame esistente tra questa malattia e gli ormoni sessuali. La storia naturale della gotta passa attraverso quattro fasi cliniche, ognuna con proprie caratteristiche peculiari: nella prima fase, così, vengono registrati elevati livelli di acido urico nel sangue in assenza assoluta di qualsiasi disturbo (si parla di iperuricemia asintomatica), mentre è nel secondo stadio che si inizia a utilizzare il termine gotta; in questa fase compaiono i sintomi legati alla malattia, la cui prima manifestazione è in genere l’attacco acuto di gotta noto anche come artrite acuta gottosa. Il terzo stadio è quello della gotta intercritica, delle fasi cioè che intercorrono tra un episodio di gotta e l’altro, mentre l’ultimo stadio, quello della cosiddetta gotta cronica tofacea, è caratterizzato appunto dalla deposizione dei tofi, cioè di materiale calcareo costituito dalla deposizione nelle articolazioni o nei tessuti dei cristalli di urato.
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