Ernia del disco -Diagnosi
In una prima fase, naturalmente, è necessario consultare il medico: questi dovrà valutare innanzitutto se i sintomi lamentati dal paziente siano secondari a malattie ben più gravi di un’ernia del disco (tumori, traumi, infezioni ecc.) e questo, di norma, può essere fatto valutando il contesto clinico generale e il quadro clinico.
Solo in caso di dubbi di questo tipo il medico riterrà indispensabile avviare subito indagini strumentali, mentre in caso contrario si può aspettare e valutare l’evoluzione dei sintomi.
La diagnosi di ernia del disco, e ciò può apparire paradossale se si considera che viviamo in un’epoca di estremo progresso delle tecnologie mediche, si fa più con un’accurata visita medica che con sofisticati strumenti tecnologici.
In effetti, anche se è vero che l’ernia viene rilevata mediante esami quali TAC o la RM, oggi i medici sono consapevoli che circa un terzo delle persone che non hanno mai avuto mal di schiena in vita loro hanno un’ernia al disco.
Nella pratica allora la TAC e la RM, nella grande maggioranza dei casi, possono solo confermare qualcosa che il medico può già capire visitando il paziente, analizzando i sintomi locali e neurologici sopra descritti: perdita di forza, di sensibilità o di riflessi a livello delle gambe, dolore riferito dal paziente; se questi dati clinici sono assenti, anche in presenza di un’ernia discale evidenziata dall’esame radiologico non vi può essere l’assoluta certezza che questa sia la causa del dolore.
Inoltre va considerato che l’ernia tende a risolversi spontaneamente, nell’arco delle prime quattro settimane, salvo eccezioni che il medico deve saper individuare: di norma quindi si può evitare di avviare costose indagini radiologiche o, peggio, di intervenire chirurgicamente, in attesa di verificare l’evoluzione clinica.
Va anche detto che spesso attendere la risoluzione spontanea dell’ernia richiede tempi più lunghi delle quattro settimane e che, di nuovo, acquista molto valore il controllo del medico, l’unico che possa evidenziare eventuali variazioni dell’esame clinico in assenza di miglioramento dei sintomi soggettivi.
Cerca in Medicina A-Z