Ernia del disco -La terapia conservativa
I disturbi provocati dall’ernia del disco possono risolversi con i trattamenti conservativi, quelli cioè non chirurgici. Numerosi studi hanno provato che le ernie del disco lombare, in un’alta percentuale di casi, regrediscono spontaneamente del tutto o in larga parte; il miglioramento è rapido entro i primi tre mesi ed è attribuibile a meccanismi di riassorbimento.
L’ernia discale è dunque un fenomeno dinamico, che nella maggior parte dei casi evolve in modo favorevole. Anche i problemi a livello delle radici nervose causati dall’ernia del disco lombare (salvo alcune eccezioni che i medici conoscono bene, quali la sindrome della cauda equina e la perdita progressiva della funzione motoria) possono avere una storia naturale favorevole.
Per anni si è pensato che il materiale “erniato” determinasse una vera e propria compressione meccanica sulla radice: attualmente invece la teoria più accettata è che in realtà si tratti di un fenomeno infiammatorio del nervo, causato non tanto dallo schiacciamento, quanto piuttosto dal rilascio di varie sostanze contenute nel nucleo discale e che sono dotate di azioni fortemente lesive per il nervo.
Questa nuova spiegazione non è di poco conto: se infatti la lesione fosse solo compressiva, la soluzione sarebbe inevitabilmente la decompressione, vale a dire un intervento di tipo meccanico (spesso chirurgico), mentre se ci si rendesse conto che tale lesione è chimica, si aprirebbero speranze per altre tipologie di cura.
In base alle nuove acquisizioni la terapia di prima scelta è quella non chirurgica (detta anche conservativa), indirizzata sostanzialmente a ridurre il dolore, a migliorare la motilità del rachide lombare e recuperare eventuali deficit motori periferici.
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